Truffa ed evasione sulle auto di lusso, 45 padovani fra le 1.329 vittime

In città il sodalizio criminale si appoggiava alla Autopiù. Il Veneto fra le regioni più colpite: raggiri per 7,7 milioni

PADOVA. Almeno 1.329 truffati in novantasette province di tutta Italia, sette arresti, venti indagati e sequestri per cinque milioni di euro. A cinque mesi dai primi blitz della Guardia di finanza di Pordenone, il nuovo bilancio dell’operazione “Cars lifting” , coordinata dal pubblico ministero Claudia Danelon della procura di Udine, porta allo scoperto ulteriori dettagli sulla maxi evasione fiscale scoperta lo scorso marzo.

migliaia di vittime

Un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa che con immatricolazioni fraudolente sulle auto di lusso ha mietuto migliaia di vittime in venti regioni. Sono cinque le imprese che il sodalizio criminale utilizzava per acquistare e rivendere le auto, quasi tutte di grossa cilindrata e di marche tedesche (Porsche, Mercedes, Audi, Bmw). Oltre a Auto wagen srl, Car &Car srl e Global service srls di Roma e Studio auto di Minini Strukelj Lorenzo di Gorizia, c’è anche la padovana Autopiù Srls. Sede legale in via Bezzecca 2, era amministrata da Andrea Frecentese di Pordenone e Fabrizio Bruno di Nettuno (in carcere da marzo) e che ha come legali rappresentanti il nettunese Stefano Miozzi e Jan Paolo Casula di Anzio, rispettivamente sottoposto a obbligo di dimora e indagato.

truffe milionarie

A quanto appurato dalla Guardia di finanza di Pordenone, la ditta tra il 2017 e il 2018 in un trimestre ha fruttato illecitamente oltre due milioni di euro con la vendita di veicoli immatricolati in modo fraudolento. Ma nell’inchiesta è finita anche un’officina padovana, la “Casa del contachilometri” di via Ca’ Stimabile dove lavora Lucio Rebecca, uno degli indagati, che secondo la procura avrebbe materialmente abbassato i chilometraggi dei veicoli manomettendo i software delle centraline e aumentandone sulla carta il valore di vendita. Stessa posizione per l’Officina Riboni Antonio di Fregona, nella Marca. A quanto accertato in sede di indagine il sodalizio criminale avrebbe evaso 35,8 milioni di euro, di cui 7,2 milioni di Iva mai versata all’erario.

il lusso a basso costo

Dopo aver acquistato i veicoli in Germania, attraverso noti siti web di vendita e intermediazioni (estranei alla vicenda) procacciavano potenziali clienti proponendo in vendita le auto di lusso a prezzi irrisori. Offerte rese possibili da una serie di irregolarità, tra cui l’abbassamento fittizio del chilometraggio (fino al 70%) e la compiacenza di uffici di pratiche automobilistiche di Treviso, Roma, Latina e Palermo, che attraverso gli uffici del Dipartimento Trasporti Terrestri di quelle città riuscivano a immatricolare veicoli usati legandoli a fatture regolarmente ivate, quando invece l’Iva non era mai stata versata. Obiettivo raggiunto producendo false documentazioni e falsificando le firme degli acquirenti. In alcuni casi le vittime hanno versato importi fino a 40 mila euro senza che il veicolo venisse consegnato ed anzi le stesse auto sono risultate al centro di molteplici vendite.

45 casi a padova

Il prosieguo delle indagini ha fatto salire il numero dei truffati da 712 a 1.329. Il Veneto, con 265 casi, è una delle regioni più colpite. A Padova i casi sono 45. Qui la cupola dell’organizzazione operava attraverso Autopiù, al centro di una class-action da parte di alcuni di alcune delle vittime, tra le 170 che in tutta la Penisola hanno sporto querela. Secondo quanto ricostruito dal pm Claudia Danelon, le 265 truffe venete hanno fruttato 7,7 milioni di euro, con 1.173.700 euro proventi dei traffici nel Padovano. I numeri più alti si registrano a Treviso con 72 casi, seguiti dai 60 di Venezia. Mentre agli indagati sono stati sequestrati contanti, conti correnti, ville e articoli preziosi tra cui collezioni d’arte, orologi, auto e vini, a 635 dei veicoli venduti con immatricolazioni fittizie è stata ritirata la carta di circolazione. —
 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova