TRUFFA ON LINE / Rubati i soldi alla ricevitoria della maxi vincita

Un falso tecnico della Sisal riesce a farsi accreditare quasi duemila euro e due settimane dopo ci riprova. Ma il titolare, stavolta, mangia la foglia

TORREGLIA. Quella telefonata ricevuta poco dopo l'apertura della ricevitoria da un uomo che si è spacciato per operatore della Sisal, aveva lo scopo di «allineare i dati e aggiornare il software», attraverso alcune manovre sul terminale della tabaccheria che viene usato per le ricariche telefoniche, bancarie, pagamento di bollette e giocate del Superenalotto.

Dall’altra parte del filo una voce sicura e competente, a conoscenza dei meccanismi e delle procedure: nulla che facesse presagire il raggiro. Dopo aver eseguito per filo e per segno quanto richiesto dalla persona che stava dall'altro capo della linea, Diego Lanaro, titolare della tabaccheria numero 4 di via Montegrotto a Torreglia, si è però accorto che dal suo conto corrente bancario mancavano 1983,30 euro. Finiti, sembra, su due carte di credito Postepay.

«Il dubbio che si fosse trattato di una truffa on-line» racconta il titolare della fortunata ricevitoria dove il 20 gennaio scorso uno sconosciuto ha vinto quasi 3 milioni con il concorso Win for Life Cassaforte «mi è venuto solo quando alla fine delle operazioni mi è stato chiesto di spegnere il terminale e lasciarlo disattivo per non meno di mezz'ora. La conferma ai miei dubbi è arrivata poco dopo dalla gestione clienti della Sisal, dove mi è stato comunicato che non potevano fare nulla, che non si poteva annullare l'operazione e che le tessere Postepay dov'erano finiti i miei soldi sono sì intestate a qualcuno, ma la ricarica può essere effettuata da chiunque anche senza il corretto codice fiscale del titolare».

Il tabaccaio ha immediatamente sporto querela verso ignoti per truffa telematica, e le indagini dei carabinieri sono in corso.

Appena quindici giorni dopo un altro sedicente tecnico Sisal si è fatto vivo al telefono per una verifica sulla somma di 450 euro che Lanaro aveva (a detta dello sconosciuto) erroneamente versato, e di cui avrebbe avuto diritto al rimborso. «La persona al telefono avrà avuto sui 30/40 anni» racconta Lanaro «Parlava un italiano privo di cadenze dialettali ed era sempre molto tecnica e competente. Mi ha chiesto di posizionarmi col terminale sulla finestra ricariche Postepay, facendomi digitare alcuni codici. Poi mi ha invitato a procurarmi un qualsiasi codice fiscale valido e di strisciarlo sul lettore del terminale per procedere con l’operazione. Al quel punto, memore di quanto successo due settimane prima, ho messo giù la cornetta e sono corso dai carabinieri a raccontare quest'altro episodio».

Diego Lanaro riferisce che truffe del genere sono all'ordine del giorno nelle ricevitorie. Tanto che Sisal Group Spa ha inviato ai gestori una comunicazione nella quale afferma di «aver ricevuto segnalazioni di tentativi di truffa nei confronti dei ricevitori da parte di ignoti che si presentano come operatori Sisal». Nella missiva si legge che «Tali tentativi vengono effettuati mediante comunicazioni telefoniche nelle quali si chiede al ricevitore di verificare presunte anomalie su borderò e sui conteggi del servizio carte Postepay, con lo scopo di far accreditare al ricevitore somme di denaro su numeri di carte Postepay».

Proprio quello che è successo al tabaccaio di Torreglia, che nella denuncia presentata ai carabinieri della stazione di Treponti coinvolge anche la Sisal, lamentando in base alla sua esperienza in questi casi «una gestione alquanto nebulosa».

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