«Truffata e derubata da un uomo». L’inferno di Rossana Tescaroli in un libro-testimonianza
La presentazione questa mattina in Provincia. Il consigliere Gottardo: «Sebbene viviamo in un'epoca di grandi connessioni e possibilità, le donne devono affrontare nuove forme di violenza».

«Truffata da un uomo. Ho perso migliaia di euro e il mio matrimonio è finito. Ho pensato al suicidio, mi ha salvata mia figlia». E’ la testimonianza della scrittrice Rossana Tescaroli che, questa mattina nella sede di piazza Antenore della Provincia di Padova, ha ripercorso le tappe della truffa affettiva di cui è stata vittima, raccontandone la genesi, lo sviluppo, e il drammatico vissuto per elaborare le ripercussioni di un falso legame originatosi dai social media. E’ tutto nel libro testimonianza “Anima diAmante”.
L’evento in Provincia
L’evento è stato condotto da Wendy Muraro con Erika De Lorenzi (voce), Guido Rosa (pianoforte), Michele Vallerotonda (voce e chitarre) e la stessa Wendy Muraro (monologhi) che hanno presentato in anteprima alcuni brani tratti dallo spettacolo “Lady Madonna – le emozioni, le donne e la musica dei Beatles”, che debutterà sabato 12 aprile.
«La Festa della Donna – osserva Vincenzo Gottardo, consigliere della Provincia di Padova con delega alla Cultura -, ci dà l’opportunità di riflettere sul ruolo, la percezione e il percorso di emancipazione che le donne hanno compiuto attraverso i secoli e compiono tuttora, spesso sfidando pregiudizi e incasellamenti sociali. Lo vediamo in modo chiaro attraverso l'arte e il racconto della vita di donne che hanno saputo rovesciare questa narrativa, restituendo alle donne una voce potente e indipendente».
«Purtroppo, sebbene viviamo in un'epoca di grandi connessioni e possibilità, le donne devono affrontare nuove forme di violenza – continua Gottardo -. Un fenomeno preoccupante che merita attenzione è quello delle truffe affettive in ambiente digitale, da parte di individui che fanno leva sulle emozioni per fini economici. Questo tipo di manipolazione si affronta anzitutto con l’informazione e la testimonianza di chi ci è passato, per prevenire una piaga in espansione e per capire quali strumenti attivare per uscire da situazioni potenzialmente nocive».
Le criticità della condizione femminile
«La condizione femminile ha patito e continua ad essere oggetto e vittima di una molteplicità di reati – il commento a margine dell'evento di Eleonora Mosco, consigliere della Provincia di Padova con delega alla Sicurezza - e questo dà il senso e la misura del grado di colpevolezza e consapevolezza che gli autori dimostrano di avere nei confronti della donna. Il fenomeno relativamente nuovo delle truffe affettive è soltanto l’ultima forma di violenza che si aggiunge alle altre modalità con cui le donne subiscono vessazioni, e che, come istituzioni, siamo chiamati a fermare: dalla violenza economica a quella psicologica, alle forme di prevaricazione e svilimento “in quanto donne”, alle molestie, allo stalking, alle forme di controllo (dall’abbigliamento, al telefono, agli orari…). Le donne non sempre denunciano, perché la capacità reattiva delle donne ai soprusi si scontra molto spesso con l’impossibilità oggettiva di sottrarsi per la dipendenza economica e/o professionale, lavorativa esistente o perché lo spirito di responsabilità e amore nei confronti dei figli tende a fagocitare la vita di molte donne che si sacrificano e restano indulgenti nei confronti di un maschilismo violento. Sono condizionate dalla presenza dei figli, perché non sono autonome economicamente, perché hanno paura, perché si illudono che l’uomo cambierà, perché si credono deboli o perché si sentono sole. Questa Provincia è e sarà sempre in prima linea per combattere la violenza sulle donne e la terribile piaga del femminicidio. C’è molto lavoro da fare e intendiamo portarlo avanti a 360 gradi, incentrando il nostro impegno su tre pilastri d’azione: prevenzione, protezione e certezza della pena».
“Tracce rosa” nella Basilica del Santo
La mattinata dedicata alle donne si è aperta con una visita guidata alla Basilica di Sant’Antonio, alla scoperta delle figure femminili con la professoressa Maria Paola Mari. «Il Santo non è solamente un luogo sacro, meta di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, bensì uno scrigno di cultura e vita sociale, una miniera da esplorare – ricorda Gottardo -. Partendo dal fatto che S. Antonio era uno strenuo sostenitore delle donne e come taumaturgo ebbe sempre un’attenzione particolare per le donne, non c’è da stupirsi se oggi il Santuario conserva ancora molte «tracce rosa» che compongono le tappe di un itinerario inedito all'interno del complesso basilicale: si tratta delle figure femminili che hanno trovato sepoltura o memoria eterna nella Basilica del Santo di Padova. Tra i marmi e gli affreschi che adornano la Basilica del Santo le donne sono una minoranza. Un onore, questo, riservato quasi esclusivamente agli uomini: solo poche donne, infatti, hanno potuto godere di un così grande privilegio e per molte di loro oltre al lustro del casato di appartenenza, hanno giocato un ruolo importante le doti o le virtù manifestate in vita. Il loro nome compare in lapidi e iscrizioni, il loro volto si staglia di rado dipinto alle pareti. Sempre e comunque in funzione di un uomo: il nobile marito con cui sono sepolte, il noto padre a cui vengono associate. La prima tappa dell’itinerario è stata una Madonna e l’ultima tappa pure, nel mezzo i partecipanti hanno incontrato sante e laiche, mogli, madri e figlie, intellettuali, erudite e benefattrici».
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