Tutti gli investimenti stranieri a Treviso: un miliardo e mezzo di euro in sei anni

TREVISO. Perché l’offerta era di quelle che non si possono rifiutare. Perché il partner straniero apre possibilità di mercato inesplorate. Perché vendere era l’unica cosa da fare, vista la situazione debitoria e la stretta del credito bancario, o la mancanza di ricambio generazionale. Ci possono essere tanti «perché», ma il fenomeno è chiaro: sempre più aziende trevigiane finiscono in mani straniere. Dal 2011 al 2016, il 22% degli investimenti esteri in Veneto - ovvero 20 su 89 - ha coinvolto aziende con sede nella provincia di Treviso, secondo uno studio realizzato da Kpmg, portando qui un miliardo e mezzo di euro di capitali stranieri su 4,2 miliardi totali nella nostra regione. Solo nel 2016 le operazioni di mergers and acquisitions (M&A) con partner esteri nella Marca sono state sette. In oltre il 25% dei casi, negli ultimi sei anni, quando un’azienda è passata di mano è stata rilevata da un gruppo straniero.
La lista delle aziende trevigiane finite in mani estere è lunga: ne abbiamo censite una trentina, e la prossima sarà Stefanel il cui passaggio a un paio di fondi inglesi è imminente. Come in Replay, c’è la traccia del passaggio di multinazionali asiatiche anche in De’ Longhi: da agosto 2015 la ex controllata Delclima, vecchia divisione professional, è in mani giapponesi, quelle della Mitsubishi EC: operazione da 677 milioni di euro. C’è poi Arredoplast, con il gruppo israeliano Ketar pronto al closing: «I colossi stranieri cercano un settore in cui vogliono primeggiare e investono forte - dice il fondatore di Arredoplast, Giovanni Pagotto - noi siamo “particolari”, siamo il primo fornitore di Ikea per le scatole in plastica, avevano bisogno di noi. Io ho una figlia sola, il mio socio due, ma nessuno è interessato a proseguire sulla nostra strada».
Risale al 2000 l’acquisizione della Castelgarden di Castelfranco (trattorini rasaerba, fondata nel 1962) da parte del gruppo Global garden products. Datata anche la proprietà estera di un altro gioiello, la Isa di Vittorio Veneto, diventata Permasteelisa nel 1986 dopo l’acquisizione da parte dell’australiana Permasteel. L’azienda di coperture architettoniche dal 2011 è controllata al 100% dalla giapponese JS Group Corporation (operazione da 575 milioni di euro). Con questo “colpo” e quello della Delclima, secondo Kpmg è proprio il Giappone a essere il paese protagonista delle operazioni di maggiore rilevanza economica a Treviso (1,25 miliardi di euro).
Mani americane, invece, sugli scarponi Dal Bello e sulla Dolomite (rilevata nel 2014 dalla Symphony per 6,7 milioni) oltre che sulla Owen Illinois di San Polo, colosso della produzione di bottiglie di vetro che ha voluto piantare un avamposto nella terra del Prosecco. Già, il Prosecco: Rotkäppchen Gmbh, colosso tedesco del vino, si è comprato la Ruggeri di Valdobbiadene. Prima erano già finite in mani straniere la Mionetto di Valdobbiadene (tedesche) e la Contarini di Vazzola (russe).
C’è anche un caso in cui il passaggio sotto il controllo estero non ha messo al riparo dal tracollo, anzi. È quello della Cieffe Forni di Colle Umberto, rilevata nel 2014 dalla svizzera Accu poi travolta dalla crisi (anche giudiziaria): ora l’azienda trevigiana è nelle mani del liquidatore.
Fabio Poloni
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova