Tutti i colori della vita: Van Gogh in mostra a Padova

PADOVA. Un grande mostra per tornare a sognare dopo l’incubo della pandemia. Il 10 ottobre al Centro Culturale San Gaetano di Padova apre “Van Gogh. I colori della vita”. Sarà visitabile fino all’11 aprile 2021. E, assicurano gli organizzatori, “non ha nulla di generico, non è solo una sfilata di quadri e disegni, che pur in molti casi sono capolavori notissimi”.
La mostra è un viaggio che svela trame inedite della vita e dell’opera di Van Gogh. “Uno sguardo esclusivo”, spiegano gli organizzatori, “per la volontà dell’ideatore e curatore Marco Goldin di ricostruire l’intero percorso umano e artistico del pittore, includendo anche quanto di solito non viene compreso o è stato poco o per nulla studiato. Sarà lo stesso Van Gogh a raccontarsi in mostra, attraverso le sue lettere”. Che sono il filo conduttore di un volume di oltre 600 pagine che Goldin ha scritto per La nave di Teseo. Libro in uscita in parallelo all’apertura dell’esposizione e intitolato “Vita di Van Gogh. Attraverso le lettere”.
““Van Gogh. I colori della vita””, spiega il curatore, “intende ripercorrere l’intero cammino dell’attività di Van Gogh, concentrandosi sui principali punti di snodo di quel cammino. I luoghi che lo hanno visto diventare il pittore che tutti conosciamo, grazie proprio a quei luoghi medesimi, al fascino che hanno esercitato su di lui, alla loro storia che si è incisa nella sua storia. La mostra analizza il rapporto tra l’esterno della natura, e talvolta delle città, e l’interno dell’uomo e del pittore. Per comprendere il motivo per cui sia stata così rapida l’evoluzione dell’artista e perché sia stata necessitata e indotta dall’aver vissuto in determinati posti, prima in Belgio e Olanda e poi in Francia”.
Gli 83 quadri e disegni di Van Gogh, riuniti al San Gaetano di Padova, rappresenteranno proprio questo percorso, in un itinerario che tiene insieme l’esigenza del vedere fisico e quella dell’indagine profonda, interiore.
In prestito dal Kröller-Müller Museum (www.krollermuller.nl) e dal Van Gogh Museum (www.vangoghmuseum.nl), sono arrivati capolavori dei vari periodi della vita di Van Gogh, da quello olandese fino al tempo francese vissuto tra Parigi, la Provenza e Auvers-sur-Oise. Dipinti famosissimi come l’”Autoritratto con il cappello di feltro”, “Il seminatore”, i vari campi di grano, “Il postino Roulin”, “Il signor Ginoux”, “L’Arlesiana”, i paesaggi attorno al manicomio di Saint-Rémy.

Non ci sono, dunque, solo le 83 opere di Van Gogh al San Gaetano. A esse è affiancata una selezione di una quindicina di capolavori di artisti, a partire da Millet, passando tra gli altri per Gauguin, Seurat, Signac, Hiroshige, a lui collegati. O, come nel caso delle tre grandi tele di Francis Bacon a inizio percorso, testimoni di come la figura dello stesso Van Gogh abbia agito anche sui grandissimi del XX secolo.
La mostra “Van Gogh. I colori della vita” è promossa da Linea d’ombra (www.lineadombra.it) e dal Comune di Padova, con la collaborazione del Kröller-Müller Museum, ed è prodotta da Linea d’ombra.
Per gli appassionati d’arte è un paradiso. Per gli organizzatori si è fatto di necessità virtù. La mostra al San Gaetano, per ottemperare alle nuove disposizioni anti Covid, è di fatto blindata. Vi si accede, meglio se su prenotazione, dopo la misurazione della temperatura all’ingresso. Ha una capienza massima di 20 visitatori per le 9 sale più un ambiente di uscita di cui si compone. Ovvero un massimo 200 persone alla volta. Niente assembramenti davanti ai quadri, dunque. Avrebbe potuto essere una grande mostra-evento da 300 mila visitatori. Post Covid l’aspettativa si è ridotta a 120 mila.
Il Comune si è fatto carico delle misure di sicurezza all’interno del San Gaetano (inferriate, cancelli in ferro, videosorveglianza, e una control room collegata 24 ore su 24 alle forze dell’ordine) e della climatizzazione necessaria alle fragili opere di Van Gogh..
Biglietterie e guardaroba sono al primo piano, dove si concentra tutto l’evento. Una novantina di capolavori da godersi, dunque, in beata solitudine.
Van Gogh raccontato in sette tappe.
La prima: il pittore come eroe
Francis Bacon guarda Van Gogh. La mostra pensata e ideata da Marco Goldin parte da qui, dal quadro Il pittore sulla strada di Tarascona che venne distrutto durante un bombardamento alleato su Magdeburgo sul finire della Seconda guerra mondiale. Un dipinto invisibile perché non più visibile cui ha guardato Francis Bacon quando ha deciso di dipingere sei tele traendole proprio dal quadro bruciato. Tre di queste tele sono al San Gaetano e raccontano di un grande pittore che dialoga con un pittore eroe morto ormai da ben più di mezzo secolo. In Bacon c'era il desiderio di rendergli omaggio come si fa non con il proprio eroe, ma con l'eroe di tutti, «quando la singolarità dell'esperienza diventa quella di una moltitudine».
La seconda: gli anni della formazione. Dalla miniera di Marcasse all’Aia
In questa sezione il disegno di configura come la parola del principio. Mette in scena il percorso (durato circa due anni, dall'estate del 1880 alla fine del 1881) in cui Van Gogh prende coscienza attraverso il disegno. Perlustra i luoghi, dà anima alla sua coscienza per iniziare a disegnare e poi a dipingere. Va alla scoperta della brughiera, dei fienili, dei mulini, fino alla grande pineta; svela i luoghi di lavoro e le persone con gli utensili della loro vita lavorativa. Si trattava di affrontare più soggetti possibili per dare dimostrazione della qualità del suo disegno, ma anche per riassumere a se stesso la strada da percorrere.

La terza: Sien e il tempo dell’Aia. Disegni e pitture
Van Gogh è alla ricerca di tutte le scene possibili con figure: un mercato, l'arrivo di una barca, un gruppo di persone in fila alla mensa per i poveri, gruppi che parlano per strada e passeggiano. E ogni figura dipende dalla prospettiva e dalla luce. «E’ con certi meravigliosi, e dolentissimi, ritratti di Sien e della madre, presenti in mostra - riferisce Goldin - che prende il via quella galleria di volti e figure che designeranno i confini di un mondo fatto di gemiti silenziosi, e lacrime non ostentate, e miseria, e solitudine, e sofferenza nel corpo e nello spirito. Si trattava di dare senso a quell'individualità dei soggetti che Van Gogh sempre preservò fin dal primo momento della sua ricerca».

La quarta: gli anni a Nuenen. Tra tessitori e contadini
Il lavoro del contadino appare l'incarnazione più pura e autentica della condizione umana. Il legame eterno esistente tra il contadino stesso e la terra che era per Van Gogh madre assoluta e portatrice di quei valori universali sempre cercati. La mostra si sofferma a lungo su questo tema, sia con disegni sia con quadri, spesso da considerarsi quali prototipi di avvicinamento all'opera riassuntiva: I Mangiatori di patate. Accanto al mondo contadino i tessitori, ai quali si dedica intensamente appena arrivato a Nuenen. Prima di presentarsi, fatta la sua sosta ad Anversa, a Parigi al cospetto dell'arte degli Impressionisti.

La quinta: Parigi, oh cara. Van Gogh e l’arte moderna
L'arrivo di Van Gogh a Parigi dà sostanza al suo desiderio di conoscere le nuove scoperte dell'arte moderna. E di essere egli stesso rappresentante dell'arte del proprio tempo, secondo una possibile evoluzione rispetto agli anni olandesi. E' immediatamente intuibile il suo cambio di passo. La quinta sala mostra la sperimentazione del tutto personale dell'olandese. L'effetto è di vibrazione quasi carnale della luce. Il 1887 fu il vero anno di nascita dell'arte moderna nel pittore.

La sesta: un anno decisivo. 1888 Van Gogh ad Arles
Era partito per il sud per incontrare il sole e la luce assoluta, è invece arrivato con la neve che cade. Ad Arles in quasi quindici mesi realizza duecento quadri e scrive altrettante lettere (quasi tutte, come sempre, al fratello Theo). Comincia adesso la vera stagione del plein air per Van Gogh. E sarà una stagione entusiasmante, anche se talvolta per lui dolorosa. E' l'anno (il 1888 appunto) della convivenza con Paul Gauguin; l'anno dell'assoluta immersione nella natura; è il tempo in cui acquista tutti i tratti che faranno di lui il pittore che conosciamo. Gli ultimi due anni della sua vita saranno i più intensi: dalle fioriture ai campi di grano nella Crau, dai girasoli ai famosi ritratti, dalle notti stellate agli interni dei caffè, ad Arles si fanno strada i capolavori realizzati da Van Gogh.

La settima: di lune e nuvole. Van Gogh e la fine del suo viaggio
Van Gogh decide entrare in un istituto di cura per le malattie mentali. E' il 1889, qui vivrà un anno e qui raggiunge l'apice del suo sforzo, con molti capolavori. «Realizzò dalla finestra della sua camera uno dei quadri più belli della sua vita-, spiega Goldin, - nel quale dipinse le nuvole più affascinanti e perigliose che di lui si ricordino. Questa tela è al centro di quel capitolo indimenticabile che ruota attorno alla casa di cura di Santi-Paul-de-Mausole».
Il percorso espositivo fa su questo un'altra importante sosta, con un secondo quadro molto famoso, nel quale fa la sua scomparsa un effetto stilistico assai marcato, quasi sperimentale, con l'occhio che si introduce dentro un brano di natura, con i toni caldi a dominare la scena. La storia è sul punto di finire, Val Gogh trascorre le ultime settimane di vita in mezzo ai campi di grano con alcune meravigliose visioni lontananti. Quindi si toglie la vita e consegna la sua opera al tempo e all’eternità.
La mostra è aperta dal 10 ottobre all’11 aprile 2021 dal lunedì al giovedì dalle 10 alle 18, il venerdì dalle 10 alle 19, il sabato dalle 9 alle 20 e la domenica dalle 9 alle 19. Aperture straordinarie: 7-8 dicembre dalle 9 alle 19; 24 dicembre chiuso, 25 dicembre 15-19: 26-27 dicembre 9-20; 28-29-30 dicembre 10-19; 31 dicembre 11-1 di notte; primo gennaio 10-19; 2-3-4-5 gennaio 9-10; 6 gennaio 9-19- Biglietti 17 euro intero; 14 euro ridotto per studenti maggiorenni e universitari fino a 16 anni, oltre i 65 anni, giornalisti con tesserino: 11 euro ridotto per minorenni (6-17 anni) Call center: 0422.429999, biglietto@lineadombra.it
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