Tutti in farmacia per il Plaquenil E chi ne ha bisogno resta senza

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Corrono da una farmacia all’altra alla ricerca di mascherine, gel disinfettanti, ma anche farmaci per l’artrite reumatoide, Tachipirina 1000, saturimetri per rilevare la quantità di ossigeno nel sangue e vitamina C. La paura del coronavirus sta facendo anche questo. In tanti, terrorizzati dal virus, cercano di fare incetta di farmaci, anche quando non ne hanno realmente bisogno. Magari hanno sentito sui social network o da ospiti presenti in programmi televisivi, che alcuni particolari medicinali hanno effetti benefici se presi ai primi sintomi, o addirittura ne prevengono la comparsa. «Purtroppo la psicosi fa anche questo», spiega Nicolò De Marchi, farmacista titolare della parafarmacia De Marchi di via Guasti, impegnato anche in una farmacia in provincia di Padova.
«Molte persone da quando è uscita la notizia che una possibile cura per il coronavirus potrebbe essere un farmaco per l’artrite reumatoide, hanno iniziato a chiedere di poter acquistare il Plaquenil, che non è altro che il nome generico dell’idrossiclorochina, un antireumatico appunto». Un farmaco che dev’essere venduto con ricetta medica ma che nonostante questo è andato a ruba nelle farmacie cittadine, tanto che la cosa sta preoccupando chi ne ha realmente bisogno. «È venuto in farmacia da noi un papà disperato. Cercava il Plaquenil per la figlia affetta da Lupus ma non lo trovava da nessuna parte», racconta la dipendente di una farmacia del centro storico. Ma non solo il farmaco per l’artrite reumatoide è praticamente introvabile, anche altri articoli sono ormai esauriti ovunque. «Il saturimetro d’ossigeno, mostrato da Nicola Porro in televisione è richiestissimo. Tutti vogliono misurarsi il livello d’ossigeno nel sangue da quando l’hanno visto fare a lui. Stessa cosa per la Tachipirina 1000 e la Vitamina C, sponsorizzata sui social», continua De Marchi, che porta a galla un’altra criticità, «Vedo molte persone che tendono a fare la scorta di medicinali e mascherine, privando magari chi ne ha necessità. Per questo noi farmacisti tendiamo a fare qualche domanda in più a chi acquista soprattutto mascherine, per evitare di venderle a chi ne ha già abbastanza. Abbiamo avuto dei giorni in cui siamo rimasti completamente sforniti, ora siamo riusciti a fare un ordine e tra venerdì e lunedì avremo anche le FFP2. Chiaramente valgono le stesse regole di buon senso». L’appello ai cittadini resta comunque uno: «Non bisogna farsi prendere dal panico ma semplicemente attenersi alle regole. In questo modo nessuno si ammalerà. Inoltre, se si ha in casa un familiare positivo al tampone è bene restare a propria volta a casa. Uscendo si rischia di diffondere il virus».
L’appello di non fare incetta di farmaci lo fa anche il presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Padova, Giovanni Cirilli. «I cittadini sono spaventati e purtroppo invece di seguire le linee ufficiali spesso si fanno condizionare dagli influencer», dice Cirilli, «Basta vedere come la vitamina C sia andata a ruba dopo che Belen ha fatto dei video dicendo che aiuta a non ammalarsi di coronavirus. Oppure parlando sempre di social e televisione si osserva una richiesta enorme di saturimetri d’ossigeno, prodotto che le farmacie vendono in genere pochissimo e di Tachipirina 1000, dopo che Nicola Porro positivo al Covid-19 ha detto che si curava così».
Altro prodotto introvabile lo scanner che misura la temperatura. «Soprattutto chi ha aziende con dipendenti l’ha acquistato già nelle scorse settimane per verificare che i propri lavoratori non avessero la febbre entrando al lavoro».
Il presidente dell’Ordine dei Farmacisti non nega che se prima era abbastanza tranquillo, soprattutto riguardo all’approvvigionamento dei farmaci, adesso è seriamente preoccupato. «Le aziende sono in difficoltà, la produzione è quella che è e necessita di tempo per produrre farmaci, mentre gli ammalati sono tanti e le richieste, soprattutto da parte degli ospedali, arrivano in continuazione. E non si parla solo di Tachipirina 1000 ma anche di altri prodotto, come antibiotici o farmaci anti ipertensivi».
Il problema secondo Cirilli è stato forse quello di aver preso troppo alla leggera quest’infezione diventata presto epidemia e poi pandemia, soprattutto nella fase iniziale. «Si è presa un po’ sottogamba, dicendo che in fondo era solo un’influenza un po’ più aggressiva, invece già a novembre e a dicembre avevamo i primi casi di faringiti, tonsilliti e bronchiti strane, che chissà potevano essere già una prima presenza del virus». —
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