Uccise due cani del vicino: a processo

Attilio Sporzon aveva sparato agli animali perché rincorrevano alcune anatre. Gli è stata inflitta una multa di 22.500 euro ma lui si è opposto al pagamento
- L'INIZIATIVA Uno spazio per i cani al parco di Roncajette
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CODEVIGO. Ha ucciso due cani dei vicini di casa sparandogli con il fucile da caccia. Attilio Sporzon, 49 anni, residente a Codevigo in via Rosara, finirà davanti al giudice il prossimo 10 novembre con l’accusa di uccisione di animali, dopo essersi opposto a un decreto penale di condanna di 22.500 euro. I fatti risalgono al 3 gennaio del 2014: i cani, uno dei quali è morto subito e l’altro due settimane dopo, erano di proprietà del suo vicino di casa, Gianni Visentin. L’inchiesta è stata coordinata dal pubblico ministero Benedetto Roberti, il giudizio immediato è stato firmato dal giudice Domenica Gambardella. All’imputato viene contestata anche l’esplosione pericolosa, perchè senza la licenza dell’autorità di pubblica sicurezza, sparava tra le case.

Quel giorno Sporzon, almeno da quando risulta dalla procura, aveva visto i cani del vicino che rincorrevano alcune anatre lungo il fosso e ha pensato di fermarli sparando loro con il fucile da caccia: Nerone, un meticcio di appena sei mesi, è morto sul colpo. Rodolfo detto anche Berni, suo “nonno” undicenne, è rimasto gravemente ferito ed è morto tra atroci sofferenze il 21 gennaio successivo. Dopo una prima operazione gli erano rimati 16 pallini in corpo. Non vennero rimossi subito per non creargli ulteriori sofferenze.

Sul posto arrivarono i carabinieri che identificarono Sporzon e gli sequestrarono il fucile. «Non si può sparare a due bestiole indifese perché inseguono delle anatre selvatiche in piena campagna, è una cosa inaccettabile» raccontò nell’immediatezza dei fatti Gianni Visentin «Sporzon si è presentato per chiedere scusa, ma non ne vogliamo sapere, né di lui né delle sue scuse, un gesto così barbaro» concluse il pensionato, «non si perdona».

I cani quel giorno erano scappati attraverso il cancello, quando la moglie del padrone di casa era uscita per andare a lavorare. Visentin sentì gli spari e corse a vedere cosa fosse successo. Da quanto emerse nell’immediatezza dei fatti Sporzon si difese con il proprietario delle due bestiole raccontando che non si era accorto che fossero i suoi animali, ma due cani randagi.

Per la famiglia Visentin furono dei giorni molto tristi. Erano tutti molto affezionati alle due bestiole, che erano la gioia della figlia Giorgia. Dopo la prima operazione sembrava che Berni si stesse riprendendo, ma così non è stato. Così l’agonia e il dolore si sono protratti nel tempo. Ora Sporzon, difeso dai legali Roberto Davini e Mauro Zebele, proverà a difendersi davanti al giudice.

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