Uccise il ladro, processo d’Appello

CORREZZOLA. Appuntamento davanti alla Corte d’appello di Venezia il prossimo 13 marzo per Franco Birolo, il 51enne tabaccaio di Civè di Correzzola che sparò e uccise il 20enne moldavo Igor Ursu mentre stava razziando il suo negozio. Era la notte del 24 aprile 2012. Scattò l’inchiesta, e Birolo finì a processo per eccesso colposo di legittima difesa. Il pm Benedetto Roberti chiese la sua assoluzione: secondo lui il tabaccaio aveva esercitato il diritto alla legittima difesa. Di diverso avviso il giudice che, il 28 gennaio 2016, pronunciò la sentenza di condanna a due anni e otto mesi di carcere, e al pagamento di un risarcimento di 225 mila euro a favore della madre e 100 mila a favore della sorella (tutelate dalle avvocate Eleonora Danieletto e Paola Miotti). Immediata la reazione della difesa, il penalista Luigino Martellato, che ha impugnato quella sentenza: ai giudici di secondo grado ha chiesto l’assoluzione di Birolo, insistendo sulla legittima difesa. E sul fatto che chi crea volontariamente una situazione di pericolo con un’attività delittuosa, si espone al rischio della reazione difensiva della vittima. Quella notte mentre si trovava a letto (con la moglie accanto e la figlia nella stanza vicina) Birolo fu svegliato da un rumore assordante dovuto allo sfondamento della porta d’ingresso del negozio e all’attivazione dei due sistemi di allarme. «Ho sparato quando l’ho visto scalvalcare il bancone e venirmi addosso alla mia sinistra... Aveva qualcosa in mano: non ricordo se erano tabacchi, il registratore di cassa o un bastone... Guardavo la persona che non mi facesse del male e ho sparato per difendermi» aveva ribadito l’imputato titolare di un regolare porto d’armi. La morte del ladro – colpito sotto l’ascella destra da un colpo fuoriuscito attraverso l’ascella sinistra – non era stata istantanea, tanto che Ursu aveva percorso 31 metri prima di cadere esanime nella strada davanti al negozio.
Cristina Genesin
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova