Ulteriori aumenti di tariffe BusItalia Fioccano le proteste

BusItalia, ormai di proprietà al 100% delle Ferrovie dello Stato, dal 16 gennaio, non solo ha aumentato le tariffe dei biglietti singoli e degli abbonamenti su tutte le linee tradizionali dell’ex Sita, ma anche quelle in relazione alla linea Montegrotto-Abano-Padova (viale della Pace)- Venezia/piazzale Roma - Aeroporto Marco Polo, a Tessera. Il costo del viaggio, che, se il traffico non è intenso, dura 50-60 minuti, non costa più 8 euro tondi, ma 8.50. In pratica cinquanta centesimi in più, che equivalgono alle mille lire del vecchio conio. Con quest’ulteriore aumento, il doppio rispetto a soli due anni fa, il prezzo è decisamente superiore a quello del collegamento su gomma tra Roma Termini e Aeroporto Leonardo da Vinci - Fiumicino, assicurato dalla società Alivision, che è di solo quattro euro e si avvicina sensibilmente a quello (10 euro) dello Shuttle-Bus , che fa servizio tra la stazione Fs di Milano Centrale e l’aeroporto di Gallarate-Malpensa, la cui distanza chilometrica, però, è più lunga di quella tra Padova e Venezia-Tessera. In tutti i modi gli aumenti di BusItalia stanno già provocando una valanga di proteste, sia degli utenti che di tutti quelli che lavorano a stretto contatto con il trasporto pubblico locale. Tra i più arrabbiati, anche i pendolari che si spostano sulla linea Padova-Curtarolo- San Giorgio in Bosco-Cittadella-Rosà-Bassano del Grappa, dove il biglietto sino al capolinea è salito da 4.70 a 5.20 euro, e tutti quelli, che, specialmente in estate, vanno al mare a Chioggia e a Sottomarina, via Piove di Sacco, dove una sola corsa costa ugualmente 5.20, naturalmente, senza un po’ di sconto se si compra in anticipo anche il biglietto di ritorno.
Tra i sindacalisti del settore, che lanciano un primo grido di protesta contro questi ennesimi aumenti nel trasporto pubblico locale, c’è anche Paolo Tollio. «Oramai in questo Paese, e in particolare nel Veneto, dove il contributo della Regione a chilometro al Tpl è tra i più bassi d’Italia, è totalmente assente una politica organica per un adeguato potenziamento e sviluppo dei mezzi pubblici, sia su rotaia che su gomma»,” osserva Tollio. «I costi di gestione delle società, che crescono anno dopo anno, vengono scaricati per intero sulle spalle degli utenti, che, però, ricevono sempre gli stessi stipendi e le stesse pensioni. Ancora una volta si dimentica che solo con più mezzi pubblici in circolazione ed a costi bassi si può sconfiggere l’éscalation dell’inquinamento». Interessante, infine, la proposta di Roberto Nardo.«I servizi pubblici hanno raggiunto prezzi proibitivi», sottolinea il segretario provinciale di Adiconsum-Cisl. «Stiamo organizzando un nuovo coordinamento tra tutte le associazioni dei consumatori e degli utenti, sparse sul territorio, per promuovere una serie d’incontri e di manifestazioni a tutela, in particolare, di tutti i cittadini che si spostano, ogni giorno, per motivi di lavoro o di studio, in bus, in corriera o sui treni locali». (f.pad.)
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