Ultima fermata Euganeo, il sogno estivo dei tifosi biancoscudati

Neanche un autobus collega il centro della città con lo stadio a Padova ovest: basterebbe deviare la linea 11 nei giorni in cui si giocano le partite
Padova è una delle pochissime città italiane, probabilmente l’unica, a non avere un collegamento diretto con lo stadio dove si disputano le partite della squadra di calcio più importante del capoluogo. L’unico bus sub-urbano di BusItalia Veneto che arriva vicino allo stadio Euganeo è il numero 11, ossia quello che parte da via De Lazara (zona sud), attraversa le Riviere, le vie Giotto, Beato Pellegrino, Bezzecca, Montà e ha due capolinea, uno in via Due Palazzi, a fianco della caserma Bussolin e l’altro a Taggì, in territorio comunale di Villafranca Padovana. Chi arriva al capolinea di Due Palazzi - in genere dopo un quarto d’ora partendo dal centro, ma dovendo fare sempre i conti con la chiusura del passaggio a livello in via Bezzecca - è costretto a camminare per quindici minuti prima di arrivare all’ingresso delle tribune e gradinate ovest. In pratica deve farsi a piedi sia un bel pezzo di via Due Palazzi in direzione di Altichiero, sia un lungo tratto di via Nereo Rocco. Chi invece utilizza il bus diretto a Taggì (che non transita per via Due Palazzi) e scende alla fermata all’incrocio tra via Montà e via Albert Einstein, deve farsi a piedi un lungo tratto di via Croce Verde (quella che passa anche sotto la ferrovia) per ben venti minuti. Il bello è che da quando il Padova ha lasciato il mitico Silvio Appiani, in via Carducci, e ha cominciato a giocare all’Euganeo, nessuna amministrazione comunale ha mai sollecitato le società di trasporto pubblico locale a istituire un collegamento diretto con lo stadio, magari esclusivamente alla domenica, durante le giornate in cui i biancoscudati giocano in casa. Nessuno se n’è mai interessato, né ai tempi in cui il Padova giocava nei campionati di serie C e Lega Pro e né negli anni gloriosi della serie B ed A.


«Eppure, anche dal punto di vista della mobilità urbana, non ci sarebbe stato nessun problema a deviare proprio il numero 11 (De Lazara-Taggì) per via Nereo Rocco in modo tale da lasciare i tifosi davanti agli ingressi principali dell’Euganeo», sottolinea un autista di BusItalia, che ancora oggi guida spesso il bus con capolinea nord o in via Due Palazzi o a Taggì di Villafranca, appena dopo Ponterotto. «Ancora una volta in questa città è mancata la volontà politica di risolvere problemi collegati alla mobilità di massa e alla compatibilità ambientale. Allo stadio ci si va solo in auto, in moto o, nella bella stagione, in bici. Mai in bus. È uno schiaffo a tutti quelli che lottano per avere meno inquinamento lasciando l’auto in garage».


Felice Paduano


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