Ultimo strike al bowling: in via Venezia è game over

PADOVA. Addio per sempre al bowling di via Venezia. Ieri sera i fedelissimi del gioco dei birilli, importato dall’America, hanno effettuato gli ultimi “strike” raggiungendo i fatidici trecento punti e a mezzanotte in punto il titolare, Massimo Magistrelli, marchigiano di Ancona, con doppio domicilio a Parma ed a Padova, ha scritto all’ingresso le parole “game over”. Ed allo storico impianto di Padova Est, la partita è finita in tutti i sensi perché, quasi certamente, le 18 piste in legno di acero saranno smantellate del tutto visto che non è stato ancora individuato un imprenditore disponibile a rilevare l’attività anche a causa del caro-affitti in vigore non solo in centro, ma anche da queste parti dove, di norma, i vani dei locali pubblici e delle altre attività commerciali dovrebbero avere un valore immobiliare inferiore.
Eppure il bowling di via Venezia è stato da sempre considerato uno degli impianti del settore più belli del Nordest. Oltre alle 18 piste, al suo interno i clienti, in maggioranza giovani e famiglie, hanno avuto a disposizione 17 biliardi all’italiana, firmati dal padovano Schiavon, tre tavoli per il ping pong, il primo Internet point della città, una vasta gamma di slot machine anche per i bambini e un angolo buffet.
Massimo Magistrelli lo ha aperto nel 1985. Gli anni d’oro sono durati fino alla vigilia del terzo Millennio. Era il periodo in cui il Bowling era sempre strapieno di giocatori. Lo frequentavano anche tanti calciatori del Padova, tra cui “Nanu” Galderisi assieme all’ex moglie Perla, quando la bella presentatrice televisiva gestiva l’adiacente Mitikò. Anni in cui in città sono sbocciati anche numerosi campioni di bowling, tra cui la più nota resta Daniela Lana che è arrivata a conquistare un titolo mondiale e ben quattro campionati europei. Tra l’altro la chiusura della “città del divertimento” di Via Orologio comporta anche dei pesanti risvolti occupazionali: perdono il posto 15 persone. Pochi tra di loro hanno la sicurezza di trovare una nuova occupazione in altri locali pubblici del settore, ma per la maggioranza, sarà molto difficile. Hanno già provato a bussare alle porte di impianti sportivi, bar e ristoranti, ma le parole che si sentono dire sono sempre le stesse: «Siamo spiacenti, siamo al completo».
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