Umberto Tozzi: «Per Padova la mia serata speciale»

PADOVA. Umberto Tozzi, l’autore di mille successi che hanno fatto il giro del mondo (da “Ti amo” a “Gloria”, da “Tu” a “Si può dare di più”) vendendo più di 70 milioni di dischi, arriva sabato al Geox di Padova per un evento unico in Italia, “Yesterday, Today”. Sono attesi fan da tutta Italia e dall’estero; duecento di loro sono stati scelti, attraverso il sito del cantautore, per assistere alle prove e alcuni di loro potranno vivere l’esperienza del backstage. Durante il concerto, inoltre, registrato il primo dvd live dell’artista.
Un evento unico: come mai proprio a Padova?
«Quest’anno ho lavorato poco in Italia e quando i responsabili del Geox mi hanno proposto questo concerto ho accettato subito. Mi piace l’acustica della struttura, e poi ci saranno l’incontro con i fan e la registrazione del dvd. Insomma, un concerto evento del tutto insolito».
E dopo questo appuntamento, tornerà in Veneto?
«Nulla di deciso, vedremo».
Parte delle registrazioni dell’ultimo doppio album le ha fatte in uno studio di Preganziol e collaborano al progetto due brave cantanti locali, la veneziana Angela Milanese e la padovana Chiara Luppi, per i cori.
«Mia moglie è di Padova, a volte sono in zona. Così ho scoperto lo studio Area Magister di Andrea Valfrè. Poi è arrivato da Los Angeles il mio storico arrangiatore Greg Mathieson che ha dato l’ok. Abbiamo registrato le voci sulle basi musicali incise a Los Angeles. È andato tutto bene, grazie anche alle brave coriste.
Nel nuovo disco, oltre a Greg Mathieson, suonano vere e proprie star come Abram Laboriel e Vinnie Coliauta.
«Sono musicisti che conosco e stimo da 30 anni, mi affido a loro senza neanche pensarci».
Il suo nuovo album oltre a contenere una splendida ballad dei Beatles, “Here, there and everywhere”, si intitola “Yesterday, Today” quasi come una famosa raccolta dei Fab Four,“Yesterday & Today”.
«Non sapevo della raccolta dei Beatles, me l’ha fatto notare il grafico ma ormai l’album era pronto e ho deciso di lasciare il titolo. Per quanto riguarda “Here, there and everywhere”, il mio sassofonista stava lavorando a un album e mi ha chiesto di registrare con lui la canzone. L’esito mi è piaciuto ed essendo un grande fan dei Beatles, ho deciso di pubblicarla anche nel mio disco. Sono molto soddisfatto di questo lavoro nel suo complesso. Mathieson ha detto subito che è uno dei migliori della mia carriera ».
E’ dai tempi della versione di “Gloria” di Laura Branigan che un brano pop italiano non sfonda all’estero.
«Quello è stato momento storico irripetibile non solo per me ma per un sacco di artisti italiani. C’erano persone che meritavano molto più di me che non sono riuscite a sfondare all’estero, penso allo stesso Lucio Battisti».
Ha conosciuto Battisti?
«Lucio cercava un chitarrista per “Il mio canto libero”. Io che in quel periodo facevo il chitarrista, ho avuto l’onore di conoscerlo partecipando ai provini. Però poi per il disco hanno preso un altro».
Nel 1980, dopo il successo dell’album “Tozzi”, quello di “Stella stai”, il suo tour negli stadi con una super rock band non fu capito.
«Fu un disastro. Pensare che nella band c’era anche Lee Ritenour che l’anno prima aveva partecipato alle registrazioni di “The Wall” dei Pink Floyd. In Italia purtroppo il successo lo si paga prima o poi».
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