Umilia e picchia la moglie a Campodarsego, condannato a due anni e 9 mesi

Un 26enne ritenuto anche responsabile di stalking nei confronti del suocero dove si era rifugiata l’ex compagna con il figlioletto della coppia
SBRISSA-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-ESTERNI TRIBUNALE DI PADOVA
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CAMPODARSEGO. I guai con la giustizia non finiscono mai per un 26enne marocchino con residenza a Campodarsego condannato dal tribunale di Padova a due anni e 9 mesi per maltrattamenti nei confronti della moglie veneziana (escluso il reato, pur contestato, nei confronti del figlioletto) oltre a violazione di domicilio, danneggiamenti e stalking nei confronti del suocero residente nella zona della Riviera del Brenta.

Revocata la sospensione condizionale al giovane che, dal 4 settembre, si ritrova dietro le sbarre perché indagato per estorsione aggravata nei confronti di un prete dell’Alta Padovana. Il pm Roberto Piccione aveva sollecitato una condanna a 4 anni e 8 mesi; la difesa (l’avvocato veneziano Marco Borella), aveva chiesto una perizia psichiatrica, respingendo l’ipotesi che picchiato fosse stato il figlioletto.

E reclamando la derubricazione dei restanti reati. Alla fine è andata bene a metà per entrambi, pubblica accusa e difesa. I giudici hanno riconosciuto un risarcimento che l’imputato, presente in aula, dovrà pagare all’ex moglie (5 mil euro) e all’ex suocero (2 mila), entrambi costituiti parte civile con l’avvocato Carla Beghin.

La coppia era andata a vivere insieme un paio di anni fa. Ma tra l’agosto 2018 e il settembre 2019 l’unione non funzionava. Il 26enne non aveva un’occupazione, umiliava e offendeva la consorte sputandole addosso, percuotendola anche con pugni, rompendo mobili e suppellettili.

Un giorno, pieno d’ira, era arrivato a casa con una tanica di benzina che aveva cosparso per la casa, minacciando di accendere il fuoco. Era seguita la denuncia e il pm Piccione aveva chiesto il carcere, misura respinta dal gip. Gip che aveva ritenuto sufficiente il divieto di avvicinamento alla vittima. Inutile per il pm il ricorso al tribunale del Riesame che aveva confermato il provvedimento più lieve.

La moglie con il suo bambino si è presto trasferita nella casa dei genitori nel Veneziano. Il marito ha tentato più volte di entrare nell’abitazione del suocero, scavalcando la recinzione e danneggiando il cancello. Il suocero è stato perseguitato al punto da dover bloccare il cellulare del 26enne sul suo telefonino controllando la sua presenza nei dintorni della casa.

A settembre è scattato l’arresto per il marocchino: in un campo del Camposampierese aspettava un sacerdote per la consegna di 4 mila euro, pretesi dietro la minaccia di divulgare video e foto hard relativi a un loro rapporto sessuale.

Nel dicembre 2015 il giovane era stato ferito in una strada di campagna a San Giorgio delle Pertiche: di notte in auto amoreggiava con la fidanzata e un residente lo aveva preso per un ladro. —


 

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