Un anno per un intervento di cataratta

Continua a crescere la lista d’attesa per sottoporsi ad un intervento di cataratta all’ospedale Sant’Antonio: per operarsi al Centro oculistico diretto dal dottor Alessandro Galan c’è da aspettare più di un anno; la situazione è precipitata negli ultimi quattro mesi, da quando si è rotto il laser in Azienda ospedaliera. Ora tutti i pazienti si sono riversati in via Facciolati e la direzione dell’Usl 6 ha dovuto prendere provvedimenti per smaltire le richieste. Da gennaio, infatti, chi deve essere operato di cataratta deve aspettare tassativamente tre lunghi mesi tra un occhio e l’altro. In coda per l’intervento ci sono più di 4 mila persone. Il fatto è testimoniato da un video girato qualche giorno fa da Federcontribuenti durante una visita di controllo.
Nel filmato si vede il dialogo tra un parente di un paziente e una dottoressa. Un 83enne ha bisogno di sottoporsi ad un intervento di cataratta, ma all’ospedale Sant’Antonio c’è da aspettare un anno. «Quindi è da operare dottoressa, che tempi ci sono? », chiede l’accompagnatore. La risposta è esaustiva: «In questo ospedale abbiamo un anno di attesa, facciamo diciotto operazioni tutte le mattine», spiega il medico «la cataratta non è considerata urgenza, tranne in casi particolari, per cui dovete mettervi in nota. Non è considerata urgenza per due motivi: è una patologia che viene a tutti prima o poi con l’età, e poi perché in Veneto è pieno di ospedali che fanno l’intervento».
Oltre i 65 anni, la metà della popolazione sviluppa una cataratta e dai 75 anni in poi la percentuale raggiunge il 90%. L’unica terapia efficace e definitiva è quella chirurgica. I dati dicono che il Centro San Paolo rappresenta un polo di eccellenza e attrazione per le prestazioni oculistiche da parte di pazienti provenienti dal resto del Veneto e fuori Regione. Una professionalità “d’oro” richiesta da molti. «Vedete voi cosa fare, potete anche fare l’operazione a Piove di Sacco», aggiunge la dottoressa, «se invece volete farla subito, al Sant’Antonio ci sono dei posti riservati in libera professione, ma quello è un altro percorso. Secondo me le conviene andare dal medico di base, fare l’impegnativa e mettersi in lista d’attesa. Appena si libera un posto, la inseriscono subito». Non è la prima volta che vengono alla luce episodi di questo tipo. Da anni il reparto è al centro delle cronache per liste d’attesa difficili da gestire.
Federcontribuenti denuncia una «sanità veneta lentissima» e per voce del presidente Marco Paccagnella ne spiega le ragioni: «Tutto bene «per quanto riguarda la professionalità di medici e infermieri a cui va tutta la nostra solidarietà. Il problema è organizzativo, una cosa indegna in un Paese moderno. Privatamente l’operazione è possibile nel giro di una settimana per 4 mila euro. E l’operazione la fanno gli stessi chirurghi negli stessi ambulatori del servizio pubblico. Siamo alla follia. Da quando in Azienda ospedaliera il laser degli anni ’80 si è rotto, non è stato più ripristinato. Da quattro mesi a Padova il monopolista a nell’ambito pubblico è Alessandro Galan. Ci domandiamo cosa diavolo stia aspettando l’Azienda ospedaliera a riattivare il servizio».
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