Un brasiliano nel paese da dove migrarono gli avi

VILLA DEL CONTE. Un anno fa un giovane ingegnere brasiliano, discendente di immigrati italiani di Villa del Conte, si era fatto vivo via web con alcuni comitensi chiedendo di aiutarlo e ritrovare dei documenti indispensabili a ottenere la cittadinanza italiana jure sanguinis, per diritto di sangue.
Un desiderio, quello di diventare italiano, che nutriva da quando aveva scovato in un cassetto documenti e foto del trisnonno emigrato in Brasile. In questi giorni Edgard Rasquini Arnas è in Italia per seguire la procedura, vedere il paese dove nacque il trisnonno Luigi Romanello e conoscere il ceppo che non emigrò.
Il primo impatto con la terra di origine è stato per Edgard un'emozione fortissima. In particolare è rimasto incantato dalle mille sfumature dell'autunno perché in Brasile, in virtù del clima, gli alberi sono sempre verdi. Ma perché ci tiene tanto a diventare italiano? «Perché amo questo Paese, perché le mie radici sono qui e la cittadinanza sarà la ciliegina sulla torta della lunga ricerca sulle mie origini», spiega. «Per me diventare italiano è un punto d'onore. Non verrò qui a vivere, perché a San Paolo del Brasile lavoro e vivo con mia moglie Paola. Ma voglio creare un legame importante con l'Italia». La prima tappa di Edgard è stata a Cervignano del Friuli, dove può contare sul supporto di un amministratore per presentare alle autorità tutti i documenti ritrovati in Brasile che dimostrano la diretta discendenza da un emigrato italiano. Questo fine settimana lo ha invece trascorso a Villa del Conte, paese dove Luigi Romanello nacque il 28 dicembre 1869 da Angelo e da Regina Caon e dal quale emigrò giovanissimo. Al suo arrivo in Brasile, come risulta dalla documentazione ritrovata da Edgard, per un errore il cognome Romanello venne trascritto in maniera errata diventando così Romanelli. Ad accogliere ed ospitare Edgard è stato Alessandro Romanello, discendente del ceppo di Fratte, mentre dal ceppo di Busiago discende la famiglia di Edgard.
«Ho comunicato molte volte con Edgard e ho apprezzato il suo impegno e la determinazione nel raggiungere il suo desidero di acquisire la cittadinanza italiana», dice Alessandro Romanello, «è stata un'occasione per riflettere sul significato di essere cittadino di una nazione e sul legame con la propria storia e l'identità di un popolo». Molti comitensi hanno voluto conoscerlo e dargli il benvenuto, ricordando quanti italiani hanno dovuto emigrare ma hanno portato nel mondo la loro cultura e la loro operosità. Di Edgard è stata apprezzata la tenacia nella ricerca delle sue radici: ieri ha voluto visitare la chiesa dove fu battezzato il trisnonno e vedere il fonte battesimale. Grazie a don Alberto ha anche visionato l'archivio parrocchiale del registro famiglia e del registro dei battezzati. Sabato a Cittadella ha ottenuto un altro importante documento da allegare alla pratica: il certificato di matrimonio del trisnonno Luigi con Ida Mabilia. Ieri il pranzo domenicale dal "quasi" cugino Alessandro. «Anche in Brasile le famiglie di origine italiana, che sono milioni, hanno mantenuto la tradizione del pranzo della domenica con i maccheroni al ragù e la polenta», racconta Edgard, «e non ce n'è una che non tenga in un cassetto i documenti di un passato di emigranti». Sabato Edgard torna a San Paolo, ma ha promesso che verrà con Paola, la moglie. Stavolta da italiano.
Giusy Andreoli
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