Un casting per film hard al Colbachini Il pesce d’aprile è per difendere le donne

Lo scherzo dei ragazzi di Arcellatown ha spaccato il mondo virtuale ma nascondeva un messaggio contro la violenza  
MALFITANO -AGENZIA BIANCHI-PADOVA- NESSUNO PER PROVINO HARD
MALFITANO -AGENZIA BIANCHI-PADOVA- NESSUNO PER PROVINO HARD

Il caso

Elvira Scigliano

«Con cento bambini che giocano, organizzare una cosa da zozzoni è un’indecenza». Due signore non più giovanissime commentano indignate un volantino con il quale è stata tappezzata mezza Arcella e che annuncia un casting a luci rosse di PornHub (un sito on lina di pornografia) al palasport Colbachini: i provini sono organizzati per il primo aprile al palazzetto di piazzale Azzurri d’Italia.

È un pesce d’aprile: non c’è nessun casting a luci rosse. Lo scherzo è stato ideato dai ragazzi di “Arcellatown” ed è riuscito alla perfezione, a giudicare da come è rimbalzato tra una valanga di chat ed è saltato di social in social.

Spaccando il mondo virtuale in furibondi fervorini e grasse risate. Ma quello che conta davvero è che sia passato il vero messaggio dell’iniziativa di “Arcellatown”: «Nel sesso il consenso è tutto e può sempre essere revocato». L’incipit del volantino è stato ironico e scanzonato, proprio com’è il genio del collettivo che l’ha lanciato, ma la conclusione non è un gioco e non c’è proprio niente su cui scherzare.

I volantini piccanti infatti rimandavano (con un “qr code”) al sito di Arcellatown, dove veniva annunciato che l’evento era stato annullato all’ultimo momento. L’ultimo momento è ciò che collega l’iniziativa arcellana con quella nazionale di Amnesty International Italia “#Iolochiedo” che, attraverso l’appello alla ministra della Giustizia Marta Cartabia, evidenzia un concetto molto semplice: «Il sesso senza consenso è stupro». Un pensiero che dovrebbe mettere d’accordo tutti, invece in Italia il codice penale definisce lo stupro in base all’uso della violenza e della minaccia di forza o coercizione.

«Il principio del consenso – spiega Gianluca Costa, di “Arcellatown” – è previsto dall’articolo 36 della Convenzione di Istanbul, ratificata dal nostro paese nel 2014 e ritiene reato qualsiasi atto sessuale senza consenso. Volevamo rilanciare a modo nostro l’iniziativa di Amnesty e siamo soddisfatti perché, alla fine, il nostro messaggio è stato letto da migliaia di persone. Abbiamo monitorato il link per tutto il giorno ed erano costantemente collegate 35-40 persone».

Questo significa che frotte di curiosi hanno intercettato il volantino, sui social o per strada, ed hanno provato a capirci di più. Scoprendo che di porno non c’era proprio niente e che il sesso c’entrava in maniera ben diversa.

Il pesce d’aprile di “Arcellatown” è stato raccontato anche dal sito de La Stampa che ha intervistato Costa sulla trovata. Che si trattasse di una burla si intuiva facilmente: in tempi scanditi da divieti di assembramenti e stop forzati, un gruppone per aspiranti attori porno era davvero un’idea marziana. Tant’è.

Al netto dei commenti spiritosi sulle varie pagine e chat – da «venite numerosi» a «hanno finalmente trovato il modo di portare tutti a fare il vaccino» – all’appuntamento delle 18 non si è presentato proprio nessuno. Eccezion fatta per le due signore (pronte ad allontanare eventuali “sporcaccioni”), due auto dei carabinieri e una della polizia municipale, tutte fisse nel parcheggio fin dalle 17.30. Se c’era ancora qualche animo bollente, la presenza delle divise l’ha senza dubbio raffreddato. E poi la conferma del pesce d’aprile era già arrivata sia via web che per strada. Bollori placati e sogni gagliardi allontanati, non resta che riflettere sull’importanza del consenso prima e durante qualsiasi approccio sessuale. —

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