Un chip satellitare contro i furti di biciclette: l'idea di un'azienda padovana

Troppi furti. I ciclisti padovani non comprano più le bici nuove, i produttori segnalano un calo delle vendite del 20%. Perciò un'azienda s'inventa il "lucchetto invisibile"

PADOVA. Troppi furti. I ciclisti padovani non comprano più le bici nuove, i ladri sono sempre in agguato e i produttori delle due ruote il calo delle vendite è arrivato al 20%, maggiore rispetto ad altre città dove il fenomeno del riciclaggio delle due ruote è meno forte.

Sulla base di questi dati, un gruppo di produttori e venditori di biciclette in città ha avuto un’idea che potrebbe rivelarsi rivoluzionaria: applicare alle bici dei piccoli rilevatori satellitari, proprio come si usa fare con i camion o le automobili di grossa cilindrata. L’idea è venuta all’imprenditore Dario Dante, con azienda produttrice a Piove di Sacco e quattro magazzini di vendita e di assistenza in città (nelle vie Facciolati, Costa, Vicenza e Pizzolo); insieme allo studio tecnico Videolab, guidato da Leonardo Labadessa (un maestro nell’elaborazione di progetti informatici).

Il tecnico sta realizzando un portale per l’azienda Forever Bike, di proprietà della famiglia Dante: il cliente, nel momento dell’acquisto di una nuova bicicletta (ma l’operazione può essere effettuata anche con bici già in circolazione), compra due chip da inserire in un punto nascosto della due ruote. Con il primo chip avviene la cosiddetta “marchiatura digitale”. Il secondo, invece, è un vero e proprio micro sistema elettronico antifurto, sulla tipologia del circuito Gsm-Gps. Come se si utilizzasse, a prezzo ridotto (il costo è di cento euro), un anti- furto di tipo satellitare, come quelli appunto già utilizzati dai mezzi a quattro ruote.

Spiega l’imprenditore Dario Dante: «Questo sistema di controllo diventerà il modo più semplice per combattere la piaga del furto continuo di bici. Vi faccio un esempio: un ciclista lascia la bici, munita del nuovo tipo di antifurto, non visibile all’esterno, in Piazza Garibaldi e va a farsi la spesa. Ad un tratto gli arriva un sms oppure squilla una speciale suoneria, che lo avverte che la bicicletta si sta muovendo, non è più nel luogo che l’ha lasciata, di fatto è rubata. Immediatamente il ciclista ha la possibilità di collegarsi al nostro portale internet, a cui è stato iscritto nel momento in cui ha comprato la bici, e seguirne gli spostamenti attraverso la mappa di Google. Naturalmente può anche chiamare i vigili e comunicargli i dati esatti del percorso della bici».

«L’unica condizione essenziale affinchè il tutto si possa realizzare senza intoppi è che il ciclista si doti di un telefonino dell’ultima generazione, con collegamento web», spiega Labadessa. «Per il resto è come se fosse un gioco, ma con il costo molto contenuto rispetto ai ritrovati tecnici che già oggi si trovano sul mercato».

Dario Dante lancia anche un appello ai vigili ed in particolare al nuovo comandante della polizia municipale, Lorenzo Panizzolo: «In questa città è ora che anche il furto della bici costituisca un reato vero, come avviene in tutti i Paesi europei», osserva l’imprenditore. «Stop al lassismo ed al buonismo di questa città. E’ ora che venga costituita una task force speciale di vigili urbani per combattere anche questo tipo di crimine, sta diventando una piaga».

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