Un fondo d’investimento salva Del Biondi

La capacità di risorgere dalle ceneri della crisi è una dote rara. Ed un caso su tutti può raccontare la vicenda di un manipolo di professionisti del design capaci di ritornare a cresce dopo le incertezze del rischio fallimento. Ad un anno di distanza dall’iscrizione nell’elenco dei concordati preventivi, Del Biondi riprende quota con fatturati in crescita e prospettive occupazionali interessanti.
«Eravamo in una situazione finanziaria preoccupante – spiega Alberto Del Biondi ora ad della Del Biondi Spa e fondatore di uno dei marchi del design più noti a livello internazionale. – Abbiamo chiesto aiuto alle banche ma non abbiamo avuto successo anche se sapevamo di potere dare ancora tanto al mondo del design. Poi un fondo italiano di private equity, Europa Investimenti, ha creduto in noi ed ora siamo di nuovo pronti ad affrontare il mercato con idee fresche e di successo».
Con una partecipazione del 51% e la presidenza della nuova società, Europa Investimenti è diventata socia di Alberto del Biondi, ancora titolare del 49% della newco, ed ha inserito la struttura come piattaforma di design di “Cose Belle d’Italia”. Una realtà quest’ultima che raccoglie 5 aziende espressione del «made in Italy», e che ha permesso ad Europa Investimenti di diversificare il suo portafoglio nei settori del design, della nautica, dell’editoria e dell’arte attraverso l’acquisizione dei pacchetti di maggioranza di Utet Grandi Opere, FMR e ART’E’, di Vismara Industrial Yachts and Services, di Amadeus, il mensile della grande musica e dell’Alberto Del Biondi spa. Con un fatturato complessivo consolidato di 28 milioni di euro nel 2014 ed una previsione di crescita per il 2015 ad oltre 32 milioni di euro Cose Belle D’Italia si candida dunque a diventare un investimento di primo piano nel panorama del lusso made in Italy anche grazie alla partecipazione di Del Biondi.
«Tra i nostri progetti e le attività legate al marchio condiviso con Europa Investimenti puntiamo nel 2015 a raggiungere i 6 milioni di euro di fatturato – dichiara Del Biondi – ed anche i livello occupazionali stanno crescendo di conseguenza». I 32 dipendenti che erano rimasti in azienda al momento dell’acquisizione ora sono 42 a cui si aggiungono 12 professionisti esterni. Ma l’obiettivo della società è ancora più vasto. «Dopo tante fatiche ora siamo in grado di lavorare per crescere – conclude l’ad di Del Biondi Spa –. Ora ci stiamo occupando della brand extension di Laverda 1943 e valutiamo l’acquisizione di un marchio internazionale di primo piano che ci porterà all’assunzione di altre 15 unità di creativi. Nel 2016 poi, con la probabile quotazione in Borsa di Cose Belle D’Italia vorremmo potere essere in grado di tornare sui livelli occupazionali pre-crisi».
Riccardo Sandre
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