Un manifesto per la Prandina «Si dia seguito ad Agenda 21»

Un “manifesto” per il parco Giacomo Prandina. Non solo una dichiarazione d’intenti, ma proprio una sintesi grafica dei risultati di Agenda 21 per riaprire il dibattito sul futuro dell’ex caserma di via Osrini, «ormai ridotto solo alle richiesta di posti auto da parte di alcune associazioni di commercianti», spiegano i promotori dell’iniziativa. Si tratta di 19 associazioni, a partire dall’Ordine degli architetti, per proseguire con Prandina Bene Comune, Amissi del Piovego, Ar/co Architettura contemporanea, River film festival, associazione per il Parco agro-paesaggistico, associazione Tutela ambiente e salute, Cesp Centro studi per la scuola pubblica, Città amica, Clac, Comitato difesa alberi e territorio, gruppo Giardino storico, Istituto nazionale di Bioarchitettura, Italia Nostra, La città delle donne, Legambiente, Slow Food, Spazio Catai e WigWam il Presidio.
bando per il progetto
All’amministrazione si chiede di dare seguito alle proposte emerse in Agenda21, che avevano aperto un ampio ventaglio di possibilità. Come? «Con l’indizione quanto prima di un bando pubblico di progettazione». In attesa del quale il “manifesto” vuole «sollecitare la presentazione da parte di artisti, architetti, associazioni e singoli cittadini di idee, suggerimenti, suggestioni progettuali».
i criteri guida
Ecco i criteri guida individuati per lo sviluppo del parco Prandina: reinterpretare le funzioni storiche del luogo; valorizzare le relazioni fisiche e funzionali con il Parco delle Mura e delle acque; rafforzare la “resilienza urbana”; dar vita ad un polo culturale fortemente caratterizzato ed attrattivo; rispettare i vincoli della Soprintendenza su tutta l’area; pensare ad un progetto attuabile per fasi con un «graduale processo di conoscenza e riappropriazione creativa del luogo». L’idea «essenziale» è anche quella di allestire un Infobox, un punto di informazioni e progettazione partecipata nell’area, che dovrà accogliere al più presto anche manifestazioni ed eventi culturali.
molteplici attività
Il “manifesto” è ricco di possibili spunti di utilizzo della grande area. A partire dal Giardino Cavalleggeri aperto all’infanzia e l’adiacente sala per incontri e conferenze. Poi una “casa delle associazioni” in una delle strutture esistenti che possa anche essere punto di accoglienza e assistenza per il ciclo-turismo e gli itinerari sulle Mura. La Cavallerizza, edificio vincolato, può essere dedicato a teatro, spettacoli ed eventi culturali. Nelle strutture possono trovare spazio anche laboratori per l’artigianato artistico e gli antichi mestieri.
Le associazioni propongono anche l’utilizzo dello spazio verde centrale con una serra e i laboratori per l’agricoltura urbana, che sia anche centro di divulgazione per l’alimentazione sostenibile, soprattutto per i più piccoli. Ma c’è anche lo spazio per una piccola “oasi naturalistica”, una sorta di giardino segreto in cui promuovere la biodiversità. Ci saranno anche ristoranti, bar, negozi, plateatici, una ludoteca e un mercatino.
nuova mobilità
Per quanto riguarda la mobilità si pensa all’eliminazione di via Orsini, sostituita da un percorso ciclo-pedonale che avrà ramificazioni verso il centro città e corso Milano (dove sarà mantenuta e migliorata la ciclabile). Va esplorata anche la possibilità di un collegamento pedonale diretto con riviera San Benedetto. Agli estremi dell’area sono previsti due parcheggi ma dimensionati sulle attività che si svolgeranno nel parco. —
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