Un murales nella casa di Pontecorvo per ricordare il maestro Scimone
L’autrice Alessandra Corredig d’accordo con la moglie del musicista ha “consegnato” l’opera in tempo per il giorno del trigesimo

MARIAN-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-MURALES IN ONORE DI SCIMONE, VICOLO SANTONINI
PADOVA.
L’inconfondibile sagoma di spalle del maestro in frac che dirige, le mani levate, la bacchetta che accompagna invisibili strumenti dentro la luce di un’armonia eterna.
Note che volano e un fascio di chiarore a illuminare il tutto. Va da sé, gli strumenti invisibili sono quelli dei Solisti Veneti, la creatura alla quale il maestro ha dato prima vita e poi ali per volare soli, adesso che lui non c’è più. Ma sono anche quelli che lo accompagneranno nel grande viaggio che per lui non potrà che essere attraverso una musica universale e senza più tempo.

L’omaggio a Claudio Scimone si staglia vistoso sul muro, in vicolo Santonini, della casa a Pontecorvo dove abitava il musicista. «Ho voluto fare un omaggio a un grande uomo, qualcosa che rimanesse, che la gente potesse vedesse» racconta l’autrice del murales, Alessandra Corredig, 50 anni, padovana.
Di formazione grafica pubblicitaria, di professione decoratrice d’interni, da anni si occupava della casa di Scimone e della moglie, la flautista Clementine Hoogendoorn.
«Nel tempo abbiamo stabilito un bellissimo rapporto, il maestro era una persona veramente speciale e così la moglie, di cui sono diventata amica» continua Alessandra. «Mi sono sentita in dovere di fare qualcosa per ricordarlo e ho parlato con Clementine, le ho chiesto cosa pensasse dell’idea di un murales. È stata subito d’accordo, e mi ha dato a disposizione la parete della loro casa che si affaccia su vicolo Santonini».
Detto fatto, lunedì mattina Alessandra è arrivata con una scala, pennelli e secchi di colore da muro e ha cominciato.
«Volevo assolutamente finire in tempo per il 6 ottobre, in occasione del trigesimo della morte di Scimone e ci sono riuscita. Ancora la moglie non ha visto il risultato finale perché è all’estero ma si è fatta spedire molte foto, il lavoro le è piaciuto. Prima quel muro era tutto imbrattato» spiega Alessandra Corredig «sporcato da scritte e segni: l’ho ripulito e ho dipinto il murales. Spero che resti così com’è, che non venga rovinato: in teoria c’è un accordo tra writer, non si deturpa un lavoro firmato. Speriamo. Comunque mi impegno a fare “manutenzione” se servirà. Mentre dipingevo, si sono fermati molti passanti e residenti della zona, hanno molto apprezzato il pensiero di ricordare il maestro in questo modo e mi hanno incoraggiato». —
Alberta Pierobon
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