Un parco fotovoltaico da 18 mila pannelli solari a Monselice: sarà esteso come 21 campi da calcio

E’ arrivato l’ok dalla Regione al progetto dell’Azienda Valli. Cantiere al via a ottobre, impianto pronto in primavera

Nicola Cesaro

MONSELICE. Un campo da calcio occupa poco meno di un ettaro. Zero e settanta, per la precisione. Il parco fotovoltaico che sta nascendo a Monselice, tra la Padana Inferiore e la Rovigana, di ettari ne occuperà quindici. Più di ventuno campi da calcio. A proporlo è la società Azienda Valli di Adriano Miola, realtà con sede in Prato della Valle a Padova e proprietaria dell’area su cui nascerà il maxi impianto, 16 ettari in via Ca’ Bonetti, in uno spazio che oggi ha destinazione agricola, verde e in parte commerciale ma che è attualmente totalmente “green”.

E “green” rimarrà, assicura l’imprenditore Miola, che assieme a 18 mila moduli fotovoltaici assicurerà a questo mega parco energetico anche la coltivazione di erba medica. L’iniziativa è già a uno step importante: lo scorso 4 agosto la Regione Veneto ha autorizzato la realizzazione e l’esercizio dell’impianto fotovoltaico a terra, passaggio fondamentale e definitivo che porterà all’avvio del cantiere tra ottobre e novembre, a e una piena operatività del parco produttivo entro la prossima primavera.

POTENZA DI 10 MEGAWATT

Ma andiamo con ordine. L’area in questione è quella a ridosso di Lidl, Famila, McDonald’s e sede di Acquevenete, tra la Sr 10 e la Rovigana. Lo scorso novembre l’Azienda Valli di Miola ha presentato alla Regione la richiesta di autorizzazione a realizzare un mega parco commerciale, un impianto fotovoltaico della potenza di 9.994,05 kWp, quasi 10 megaWatt. Nello specifico, il progetto prevede l’installazione di 18.171 moduli fotovoltaici in silicio monocristallino della potenza di 550 Wp, alti dal suolo da un minimo di un metro a un massimo di tre metri e 30 centimetri. Per sistemare tutti questi pannelli, l’Azienda Valli occuperà 15,9 ettari di superficie, di cui quasi 5 di cosiddetta “superficie captante”. Il maxi parco è realizzato per la completa cessione dell’energia alla rete di distribuzione di media tensione, e tal proposito sarà necessario realizzare un nuovo elettrodotto con due terne in cavo interrato, lunghe ciascuna venti metri: sarà E-Distribuzione a occuparsi della realizzazione del tracciato di connessione. Non solo: tra le varie opere accessorie verrà realizzato anche un volume di invaso di 2.400 metri cubi.

SARA’ COLTIVATA ERBA MEDICA

L’impianto avrà una vita stimata di trent’anni, al termine dei quali è previsto il totale ripristino degli ambienti originali: non è infatti prevista cementificazione del suolo per l’installazione dei pannelli, che sarà assicurata da pali d’acciaio infissi a terra che garantiranno la piena reversibilità del terreno. Il 90-95% del materiale utilizzato nel complesso produttivo, inoltre, potrà essere ri-utilizzato. L’azienda che sta portando avanti il progetto ha inoltre anticipato che la vocazione agricola dell’area non svanirà: nelle “corsie” tra una fila di pannelli e l’altra, infatti, sarà coltivata erba medica. E ancora, sempre stando alle indicazioni della società (e d’altra parte non sono giunte particolari prescrizioni dagli enti competenti), il mega parco fotovoltaico non avrà un impatto visivo importante: il piano campagna è più basso rispetto alle due strade e in generale i tre metri di altezza dei pannelli non causeranno particolari interferenze, neppure in fatto di estetica e di impatto paesaggistico. Progetto approvato dalla Regione, prescrizioni minime, numeri e prospettive rassicuranti: basterà a rassicurare chi vede in iniziative come queste terreno sottratto all’agricoltura e possibili occasioni di speculazione?

SI RINUNCIA ALLA VOLUMETRIA

Adriano Miola, titolare del progetto, mette subito le mani avanti: «In questo terreno il piano urbanistico concedeva volume edificatorio per 104 mila metri cubi: con questo progetto, rinunciamo di fatto a questa opportunità». Fatte tutte le rassicurazioni in termini di impatto ambientale («l’energia prodotta in questo modo garantirà un risparmio di 5 mila tonnellate annue di anidride carbonica) e paesaggistico («stiamo parlando di un’area che si trova tra più spazi commerciali, ben lontana da luoghi di pregio o di interesse naturalistico»), l’imprenditore allontana ogni minimo rischio speculativo: «L’impianto è realizzato per produrre e cedere energia: lo realizzerò io a titolo privato e, una volta costruito, non lo cederò ad alcun fondo, tanto meno straniero».

Fenomeno, questo, a cui si sta assistendo in realtà in molte parti del Veneto. Lo stesso Miola anticipa la possibilità di destinare parte della sua produzione alle attività commerciali della zona (supermercati, aziende e sedi di servizi), ovviamente a titolo oneroso. E ancora: «Nel proporre il progetto ho avuto un intenso dialogo con il Comune e, con scelta totalmente liberale, mi sono offerto di realizzare un impianto fotovoltaico nella copertura di un edificio pubblico, per consentire al Comune di Monselice di avviare una comunità energetica».

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