Un sogno e ventimila sfumature di Violetta

Lei sul palco palpita nel tormentato amore, tutto intorno il delirio dei piccoli fan: gran finale sotto una pioggia di cuori
Di Matteo Marcon

Ventimila sfumature di viola abbracciano i nuovi idoli globali del teen pop: fan in delirio da tutto il Veneto e oltre per Violetta. Il coloratissimo show della serie Disney che ieri ha esordito al Palafabris di Padova sbanca il botteghino. Palasport pieno: quattro repliche in due giorni, cinquemila V-lovers al colpo, che urlano, fotografano, si commuovono, ballano e sognano a occhi aperti. C’è chi arriva da Genova o da Milano Marittima, gran parte del pubblico comunque viene dalle varie province della nostra regione. E c’è chi spende una fortuna: «Ho preso il biglietto per mia figlia e per me» dice Paolo Bardellotto, di San Donà, «188 euro a testa, per lei questo ed altro».

A giudicare dalla platea gremita in molti la pensano così. Per le prime file si arriva anche a sfiorare i 300 euro. La tribuna è più accessibile, ma c’è chi si morde le mani per aver acquistato i biglietti troppo tardi: «Erano rimasti solo quelli da 88 euro» si lamenta Mirko che accompagna il figlio Andrea, uno dei pochi maschietti, assieme a mamma Chiara e zia Claudia. Come loro molti genitori si sono presi qualche ora di permesso; le figlie, al settimo cielo, escono un po’ prima da scuola.

Un tiro di autostrada poi casello, Padova Est, parcheggio (5 euro) e via. Ci si avvicina al PalaFabris, accompagnati dal richiamo dei venditori ambulanti: «fascette, cappellini, magliette e stelline luminose» (tutto a 5 euro). Ai cancelli c’è Carmela, tutta bardata di rosa shocking, che in dieci secondi scolpisce sulla guancia delle V-Lovers il logo della loro serie preferita, il colore rispetto all’originale è di una precisione degna della prova pantone, e si paga (5 euro). Lei, come Violetta, è argentina e gira al seguito del tour in ogni angolo del mondo.

Prima di prendere posto sulle seggioline si consuma il rito collettivo delle foto di gruppo. Se non ci fossero cartelloni e gadget potrebbe sembrare un gigantesco raduno di scolaresche, rigorosamente monocolore, dall’ombretto tenue sopra agli occhi fino ai lacci delle scarpe. Le fan di Violetta sono quasi tutte ragazzine, tra i 7 e i 13 anni. «Hoy Somos Mas» c’è scritto su uno striscione: è il titolo di uno dei brani più famosi. Poi ci sono gli immancabili “Tvb” e l’elenco dei personaggi più amati della serie: “Violetta, Leon, Diego, Ludmilla” più i due interpretati dagli attori italiani “Francesca e Federico”, al secolo Ludovica Comello, friulana, e Ruggero Pasquarelli. Lo show dimostrerà poi che a tutti questi volti della serie Disney non mancano né talento né professionalità. Ma qui è inutile perdersi a cercare l’X-Factor: ciò che conta è il “fattore V”.

Se lo chiedete a Camilla, 9 anni di Favaro, cosa ci sia di speciale in “Violetta”, lei risponde con semplicità: «ci sono belle canzoni e si parla d’amore». Cos’altro si può volere a quell’età? La storia di Violetta, tra sogni di gloria, canzoni struggenti, difficoltà famigliari, sguardi intensi, romanticismi e sottili strategie racconta proprio queste emozioni. Mentre Camilla spiega che la sua camera è ormai completamente bardata, tra canta tu, diari e poster a go go, le sue compagne di viaggio (Ludovica, Veronica, Linda e Giovanna) anticipano già quella che sarà la trama portante del musical: «Diego è un po’ antipatico perché fa del male a Leon, che vorrebbe stare con Violetta». Il tutto sotto gli occhi vigili di Isabella Cavagnin una delle mamme che si è prestata ad “accompagnarle”, tornando più che volentieri, un po’ indietro negli anni. Ai suoi tempi era duraniana? «No, ero Madonniana» risponde coniando il neologismo.

Diverso il punto di vista di un papà poco prima dell’inizio: «Una volta avevamo Goldrake e Mazinga, adesso c’hanno Violetta». Ma in fondo le vicissitudini di questi aspiranti cantanti ricalcano, adattandole ai nostri giorni, il format di “Saranno Famosi”. La serie originale si chiamava “Fame” ed era ambientata a New York. Che oggi tutto accada nello Studio 21 di Buenos Aires, a migliaia di chilometri da casa, non conta. Perché questa serie Disney è ormai un fenomeno globale. Coinvolge i teen ager di tutto il mondo e batte ogni record: basti pensare che “Yo soy asi” su youtube è il video più popolare del 2013 con 24,4 milioni di visualizzazioni. E in questi giorni, grazie al tour mondiale, per i fan italiani è possibile trovarsi a pochi metri dai propri idoli.

Dopo aver invocato Violetta, alle 17.15 inizia il primo dei quattro show in programma tra ieri e oggi. Aprono le danze Federico e Francesca, gli altri attori si sforzeranno di interpretare gran parte dei dialoghi in italiano, in qualche caso con un accento latino da far invidia a Banderas. Violetta atterra sul palco a bordo di una nuvola volante (il colore ve lo lasciamo indovinare) ed è subito delirio: «Ciao Padova sono felicissima di essere qui». Si balla e si canta, sul palco ci sono un’intera band e una ventina di performer. Sette rettangoli luminosi di svariata grandezza animano la scenografia, due maxi schermi laterali inquadrano i protagonisti con efficaci primi piani. Al centro di tutto c’è la storia tra Violetta e Leon, che spiccano il volo assieme su di un’altalena fiorita. Ma ci prova anche Diego. Tocca a lui incarnare assieme a Ludmilla il ruolo dell’outsider alimentando un po’ di sana conflittualità. Cuori ovunque, borsette argentate che si aprono, diamanti che spuntano, coriandoli e lieto fine: Violetta, vestita come una meringa, concede a Leon, l’agognato bacio. Poi saluta avvolgendosi nel tricolore, sotto una pioggia di cuori (indovina? viola).

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