Un suonatore di cornamusa lungo il Brenta

Per evitare le proteste condominiali, un quarantenne di Vigodarzere si esercita spingendosi lungo l’argine fino a Cadoneghe
Di Cristina Salvato

CADONEGHE. Nel corso dei fine settimana, da alcuni mesi, non è infrequente udire le note di una cornamusa provenire dall’argine del Brenta, a Cadoneghe, nei pressi della passerella ciclopedonale che collega il paese al quartiere padovano di Torre. Il suono inconfondibile che fuoriesce dai bordoni armonizzati dal chanter, le struggenti note di “Amazing Grace” nell’aria, e uno “strano” personaggio che sosta vicino a una panchina con la cornamusa sotto il braccio attirano non poco lo sguardo e anche l’orecchio dei residenti, ma ancor di più dei numerosi frequentatori dell’argine. E chi è stato bimbo negli anni Settanta e Ottanta non può non andare con la memoria alla canzone “Mackintosh”, sigla del programma televisivo “Il dirigibile”, mentre le bimbe di quel tempo hanno tutte sognato il principe della collina del cartoon Candy Candy. Insomma, vuoi per ancestrali ricordi, vuoi che una cornamusa non è proprio lo strumento più popolare che ci sia, sta di fatto che la curiosità sul misterioso suonatore è tanta. Che poi tanto misterioso non è: si chiama Alessio Paesotto e abita a Vigodarzere e si spinge fino a Cadoneghe a suonare la sua cornamusa mica per vanesio gusto di apparire, ma perché ad esercitarsi in casa, dentro il suo appartamento, rischia lo sfratto e forse anche il divorzio. «Sono da anni appassionato di musica celtica», racconta Alessio, 40 anni, disegnatore meccanico, «e sogno da sempre un viaggio in Scozia, sebbene poi le vicissitudini della vita mi abbiano finora costretto a rimandarlo di continuo. Un giorno mi è venuta voglia di provare a suonare la cornamusa (oltre al flauto alle medie, non avevo mai suonato alcuno strumento né conoscevo la musica) e su un sito di compravendita ne ho trovata una. Chi la vendeva è un noto suonatore di cornamuse vicentino (è conosciuto come Simon McMark), che si è offerto di darmi anche delle lezioni. Ed è così che ho cominciato, sebbene non sia stato facile, perché ho dovuto imparare a leggere la musica e anche a muovere le dita sul chanter in maniera da formare tutte le note e a fare parecchio fiato per riempire tutta la sacca d’aria». E per imparare ci vogliono pazienza, sì, ma soprattutto tanto esercizio e chi ha avuto la fortuna di sentire il suono di una cornamusa da vicino sa che è piuttosto poderoso. Impossibile pensare di esercitarsi nota su nota all’interno di un condominio. «All’inizio suonavo sull’argine del Brenta, alla ferrovia di Vigodarzere», prosegue Alessio, «e c’era qualcuno dal lato di Padova che rispondeva alle mie note: non sono mai riuscito a capire chi fosse. Poi mi sono spostato a Cadoneghe, dove vado spesso ad esercitarmi». Alessio comunque non è l’unico suonatore di cornamuse nei dintorni, tutt’altro: nel suo approccio allo strumento ha conosciuto tanti musicisti e si scopre così che a Veggiano esiste una delle quattro bande di cornamusa scozzese presenti in Italia, oltre che una scuola che insegna a suonarla, mentre a Selvazzano c’è un giovane musicista che le cornamuse ha imparato a costruirsele da solo.

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