Un supermercato nel palazzo gotico scatena le proteste

La Soprintendenza in estate aveva bloccato il cantiere Lavori ripresi da pochi giorni: «Nessuna autorizzazione» 

PADOVA. Un supermercato Pam al piano terra di palazzo Olzignani, un immobile storico di stile gotico, vincolato dalla Soprintendenza e situato in pieno centro storico. Se in molti inorridiscono al solo pensiero, in realtà è proprio ciò che sta accadendo in via Umberto I al civico 10, sede del palazzo.



Da giugno infatti sono cominciati i lavori di ristrutturazione del grande locale che fino a otto anni fa era il negozio di antichità Bordin, chiuso dopo la morte del titolare e passato in eredità alla moglie, la quale avrebbe firmato un contratto di locazione di 18 anni proprio con il supermercato Pam. Il problema è che lo stabile, che ogni giorno gruppi di turisti si fermano ad ammirare e fotografare, è vincolato dalla Soprintendenza che avrebbe dovuto dare il suo consenso per l’avvio dei lavori. Cosa che non è avvenuta e che ha fatto tra l’altro infuriare i proprietari degli appartamenti di casa Olzignani, Marina Fonda e il marito Beppi Borghese. «La presenza di questo supermercato non solo ci creerà grossi problemi di abitabilità, in quanto avremo il problema dell’aria calda dei frigoriferi sparata direttamente nel nostro cortile, delle acque bianche e nere e del rumore dei motori degli impianti di condizionamento, ma soprattutto deturperà la bellezza di un edificio storico, fatto che troviamo inconcepibile per una comunità civile come quella di Padova», spiega Beppi Borghese, che da giugno insieme alla moglie si batte perché vengano sospesi i lavori.

In effetti in estate dopo svariate mail di protesta a vari enti è avvenuto proprio questo. La Soprintendenza, insieme al Comune di Padova e ai carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale di Venezia, dopo un sopralluogo effettuato il 2 agosto, ha ordinato la sospensione dei lavori. Inoltre il Comune ha avviato anche un procedimento amministrativo per opere abusive. Sembrava dunque che la questione fosse chiusa, al di là di qualche danno arrecato alla palazzina: «Senza alcuna nostra autorizzazione molti vetri d’epoca che facevano parte del muri di divisione tra l’immobile in ristrutturazione e il nostro cortile interno sono stati rotti ed è stata aperta addirittura una finestra», spiega Marina Fonda.

Ma solo una decina di giorni fa i residenti della palazzina hanno visto gli operai ripresentarsi al civico 10 di via Umberto I. «I lavori sono ricominciati. Abbiamo visto che sono stati fatti anche gli allacciamenti elettrici. E guardando all’interno del locale si nota come l’allestimento del supermercato sia quasi ultimato», dice Beppi Borghese. «Non capiamo cosa possa essere cambiato da agosto».

E probabilmente la risposta è nulla. La Soprintendenza, che ben conosce la questione, spiega infatti di non aver sbloccato i lavori: «Se i lavori sono ripartiti sono ripartiti irregolarmente. Ci stiamo occupando di questa situazione ma non abbiamo mai dato l’ok per riprendere i lavori», afferma sicura l’architetto Elisabetta Norbiato. «Sicuramente bisognerà andare a fondo a questa questione».
 

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