Un tumore le spegne il sorriso a 36 anni Addio alla ginecologa Claudia Bartolucci

Si è arresa alla malattia dopo averla combattuta con uno tale spirito battagliero da farle guadagnare la stima e l’affetto sincero di chi le viveva intorno, genitori, fratello, amici, colleghi. Claudia Bartolucci non ce l’ha fatta: aveva 36 anni e da quando non era ancora trentenne conviveva con un tumore. Ad un certo punto sembrava vinto, ma da settembre scorso si è ripresentato in forma molto aggressiva e ieri questa giovane donna, descritta da tutti come solare e dolcissima, se n’è andata, lasciando una scia di rimpianto.
Nata a Camposampiero, viveva a Padova dove si era laureata in Medicina e si era specializzata in Ginecologia e Ostetricia. Era figlia del professor Giovanni Battista Bartolucci, professore ordinario di Medicina del lavoro, specialista in medicina del lavoro, tossicologia medica, medicina legale e delle assicurazioni, direttore di Medicina preventiva e valutazione del rischio dell’azienda ospedaliera di Padova. Un professionista molto conosciuto e stimato anche nel Bellunese per aver presieduto il corso di laurea in Tecniche della prevenzione di Feltre. A lui stanno arrivando in queste ore molte attestazioni di vicinanza per questa prematura perdita.
Claudia aveva avuto collaborazioni con l’Università di Padova e aveva lavorato nella Casadi Cura di Abano. Dal 2014 era nell’organico dell’ambulatorio Artemisia di Roncaglia di Ponte San Nicolò. «Era amata e stimata da tutti», racconta commossa una collega. «Molto preparata, professionista scrupolosa, aveva un approccio molto dolce con le pazienti. Ma soprattutto aveva una forza d’animo incredibile: era davvero convinta di farcela e non si è mai lasciata andare allo sconforto. A fine febbraio, pur debilitata e collegata con l’ossigeno per respirare meglio, aveva partecipato ad un congresso medico ad Abano. È stata sfortunata, non si meritava una sofferenza così grande. La ricorderemo tutti per la sua dolcezza».
Dal 2014 era legata ad un compagno che l’ha seguita con amore nel suo calvario, appoggiandola e sostenendola nella sua battaglia. Vivevano insieme e li univa anche la passione per il tango, ballato non appena possibile. Ma anche la sua famiglia le è stata vicina, non facendole mai mancare affetto e aiuto.
Nel profilo facebook di Claudia spicca la condivisione di un post, a metà marzo: «Tieniti stretto chi ti fa stare bene perché di persone speciali ce ne sono davvero poche», un aforisma di Antonia Gravina. Ecco, per i famigliari, i molti amici e colleghi di lavoro Claudia era una persona certamente speciale che è stata strappata alla vita troppo presto. In molti la rimpiangeranno. —
G.B.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova