Una centina con un cromosoma in più

L’exploit di Carlotta, studentessa di Albignasego affetta da sindrome di Down che ha stupito tutti per la sua preparazione
Carlotta Sciabica, la centina di Albignasego
Carlotta Sciabica, la centina di Albignasego

ALBIGNASEGO. L’istituto professionale Valle quest’anno ha avuto tra i suoi studenti una “centina” davvero speciale: Carlotta Sciabica. Non l’ha fermata, anzi forse l’ha spronata di più, l’essere affetta dalla sindrome di Down, che Carlotta non ha mai visto come un limite: anzi, dall’età di tre anni ha la consapevolezza che la diversità sta soltanto negli occhi di chi guarda.

Un risultato importante per Carlotta, che vede così ricompensati anni di studio e sacrifici, e per i genitori Giovanni e Monica, che l’hanno accompagnata passo passo fin da quando hanno messo loro in braccio quel frugoletto e che hanno sofferto con lei, superato le innumerevoli difficoltà legate ad alcuni problemi di salute che Carlotta ancora si porta dietro, e gioito dei piccoli, grandi risultati conseguiti via via.

Hanno lottato contro il sistema scolastico che non sempre è puntuale nella nomina degli insegnanti di sostegno e contro il bullismo di cui la figlia è stata vittima quando frequentava le medie ad Albignasego, dove vive. Una rivalsa contro tutto e tutti, che riempie loro il cuore di gioia e adesso consente a Carlotta di tirare un sospiro di sollievo. «Per un po’ non voglio più vedere libri» scherza Carlotta, che si sta godendo le meritate vacanze.

Vent’anni compiuti a maggio e lo sguardo dolcissimo che nasconde un carattere tenace e caparbio: mai un giorno, in tanti anni, che si sia presentata a scuola impreparata o con i compiti da fare. Al contrario, era lei che li passava ai compagni meno diligenti. «Per adesso voglio viaggiare: con l’insegnante che mi ha seguito a casa partirò a breve per Barcellona».

Il primo viaggio senza mamma e papà, un premio per i suoi risultati più che brillanti. «Se lo è meritato», sottolineano i genitori, «perché ci avevano prospettato come punteggio finale il 75 su 100, vista la media dei voti che aveva sempre mantenuto, senza venire mai bocciata.

Solo che l’orale ha strabiliato la commissione, in quanto era molto preparata, aveva organizzato la presentazione in maniera egregia e quando le hanno posto una domanda di cui non conosceva la risposta, ha saputo girare l’argomento a suo favore fino a dire ciò che sapeva. È stato apprezzato come indice di maturità e premiato con il massimo dei voti. Al Valle Carlotta ha trovato un ambiente familiare e collaborativo» spiegano i genitori, «come insegnanti e anche come compagni. Anche questo ha influito positivamente sul risultato finale».

E adesso che finalmente ha concluso i suoi studi, Carlotta che farà? «Se non troverò un lavoro» dice, «voglio dedicarmi al volontariato, aiutare chi ha bisogno». Sicuramente brillerà anche in questo, perché è molto organizzata, conosce le lingue, sa usare benissimo il computer, ma soprattutto, come dicono i genitori, oltre a un cromosoma in più, ha una caparbietà e una forza di volontà inestinguibili. E, è innegabile, anche un gran cuore.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova