Una raccolta fondi per colorare il silos con l’arte di Tony Gallo

Iniziativa promossa da Arcellatown e Le Mille e un’Arcella per dare nuova vita al parcheggio di via Annibale da Bassano
TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - AUTOSILOS VIA ANNIBALE DA BASSANO
TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - AUTOSILOS VIA ANNIBALE DA BASSANO

PADOVA. Quando si mettono una cosa in testa, gli arcellani, non demordono mai e finiscono per raggiungere anche gli obiettivi più audaci. Come immaginare e realizzare il murales più alto della città (21 metri) per rivoluzionare la facciata del parcheggio di via Annibale da Bassano. Da alcuni giorni è partito un crowdfunding, sono arrivati una valanga di like (quasi 3 mila in sole 24 ore) e sono stati raggiunti 3.560 euro. Ne servono 5.500 e ci sono ancora 61 giorni. Chiunque può donare su coloralarcella.it.

Sui social (le pagine Fb e Instagram di Arcellatown e Le Mille e un’Arcella), il progetto sta spopolando con un video suggestivo che non perde l’occasione di fare ironia. Una giovane dell’Arcella racconta che oggi le persone hanno l’occasione di fare la differenza; che c’è un piattaforma di crowdfunding offerta dai negozi NaturaSì pronti a moltiplicare la somma finale raggiunta; invita a immaginare un quartiere tutto colorato, che fra una decina d’anni sarà famoso per la sua vivacità e l’arte di strada; spinge a guardare oltre il multipiano, ben più lontano di un esempio locale di ecomostro in cemento (che «non starebbe bene nemmeno a Mortise» e il sorriso sulla rivalità dei due rioni è servito).

A molti l’idea di un quartiere che finanziasse un’opera d’arte era sembrato un azzardo: una roba da “ragazzi”. Ma non avevano capito che il teatro della grande scommessa era l’Arcella, il laboratorio più vivace della città, che non perde appeal di fronte a nessuno quando si tratta d’inventare il futuro con gli occhi del progresso, sotto l’ombra del mappamondo.

«La prima cosa che vede chi arriva all’Arcella dalla stazione è un grigio parcheggio di 7 piani in cemento» spiegano gli organizzatori «nelle intenzioni di chi l’ha costruito doveva essere un luogo funzionale: arrivi in stazione, lasci l’auto in un luogo sicuro ed economico e vai dove vuoi. L’idea c’era ma la storia l’ha tradita: dopo 20 anni il Central park è un buco nell’acqua».

Non resta che stravolgerlo. Proprio un’impresa da Tony Gallo: ardita, a sfondo sociale, originale e volitiva. Lui che dell’arte di strada ha fatto il suo karma, declina la rinascita della città. Il murales sarà il simbolo del cambiamento grazie alla bellezza e alla sorellanza, chiamato a raccontare l’Arcella autentica: giovane figlia del mondo che scrive la sua storia. —


 

Argomenti:arcella rinasce

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova