Una seconda vita per le colonne sonore di Donaggio

La pianista Turso ha rielaborato i temi del musicista Il risultato è un cd che presenteranno insieme in Ateneo
Di Matteo Marcon

VENEZIA. «Buongiorno signor Donaggio, sono Isabella Turso». Era dicembre 2012, la prima telefonata tra la pianista trentina e il maestro deve essere iniziata più o meno così. Da quella occasione, un po’ fortuita, si arriva a oggi, a distanza di un anno e poco più, a omaggiare per la prima volta in pubblico le opere del compositore veneziano rilette dalla pianista.

Isabella Turso mercoledì 2 aprile, alle 17.30, presenta dal vivo in Ateneo Veneto le 14 tracce per piano solo con cui reinterpreta i temi del repertorio cinematografico di Pino Donaggio. Il musicista, per l’occasione, ha assicurato la propria presenza. Quelli in programma sono brani nuovi che muovono da una solida impronta classica per sfociare liberamente in territori vicini al jazz e al pop. All’interno di ognuna delle composizioni firmate dalla giovane pianista trentina è però possibile riconoscere i temi con cui Pino Donaggio, dagli anni ’70 fino a oggi, ha contribuito a scrivere la storia del cinema.

Artista notoriamente riservato e schivo, nato a Burano nel ’41, Donaggio da sempre preferisce la pace del suo studio ai riflettori; ha rifiutato di vivere a Hollywood scegliendo Venezia. Questo non gli ha impedito di stringere un intenso sodalizio artistico con un regista del calibro di Brian de Palma, re del thriller. E l’elenco di collaborazioni è in realtà lunghissimo. Contempla nomi come Pupi Avati, Sergio Rubini, Michele Placido, Dario Argento, fino ad arrivare alle fiction Rai di maggiore successo come “don Matteo”.

È da questo sconfinato patrimonio di colonne sonore, oltre 60 in trent’anni, che nasce “Omaggio a Donaggio”. L’album, uscito per l’etichetta Kronos, è realizzato da una musicista che è anche un po’ una fan: «Fin da piccola amavo i suoi brani» spiega Isabella Turso, 35 anni, formazione classica e molte esperienze come solista e con orchestre sia in Italia che all’estero. «Ho sempre apprezzato il suo percorso, dalla musica classica, come violinista, alla canzone d’autore fino alla musica da film. Ho voluto incontrarlo per presentargli il mio primo disco, “All Light”. Ottenere il suo numero di telefono è stata un’impresa».

Tornando a casa, dopo il primo incontro a Venezia, in treno, nasce l’idea di rendergli omaggio: «Mi ha colpito la sua disponibilità, è stato gentile e mi ha dato molti consigli. Sono arrivata a casa, ho pensato a un pezzo su di lui ispirandomi a “Io che non vivo (senza te)” e l’ho inciso subito». Presentata a Sanremo nel 1965, “Io che non vivo” è una delle canzoni italiane più famose e più amate al mondo, con decine e decine di incisioni da parte dei più grandi cantanti in ogni lingua. Isabella non ha temuto confronti. Donaggio ha gradito il gesto a tal punto che «mi ha proposto di fare altri brani simili lavorando sulle sue musiche».

I brani contenuti in “Omaggio a Donaggio” sono il risultato di una totale immersione nelle colonne sonore del compositore veneziano. I titoli giocano con le parole: “Carrie” (da “Carrie, lo sguardo di Satana” di Brian de Palma del 1976) diventa “Carry On”; la commedia “Non ci resta che piangere” con Benigni e Troisi viene sintetizzata in “Let's Smile”, “Very Cool” rappresenta le ossessioni di Tinto Brass in “Monella”. Il disco si trasforma così in una caccia al tesoro alla ricerca delle citazioni, più o meno evidenti: «Ho trascritto tutti i temi che mi colpivano di più e da quelli ho generato nuovi brani: piccole romanze, un preludio, qualche fuga, un moto perpetuo e alcuni sviluppi su temi rovesciati, strutture che fanno parte della tradizione classica». La stessa da cui proviene anche Donaggio. È come se il corredo genetico della sua musica venisse ricombinato attraverso nuove formule.

Il cd è già stato presentato con successo nei giorni scorsi a New York davanti ad una platea di musicisti e addetti ai lavori. A Venezia è previsto il contributo dei due relatori Sergio Camerino e Roberto Pugliese. Inoltre «l’esecuzione», conclude Isabella Turso «sarà accompagnata da un visual dell’artista Eddy Serafini, con sequenze liberamente tratte dai film di De Palma, Benigni e Troisi, Roeg, Don Mancini, Schmoeller, Tinto Brass, completamente ricomposte», proprio come accade con la musica.

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