Una strage di carpe nel lago «Quintali di pesci, è allarme»

CARMIGNANO
La strage di carpe diventa drammatica, sale a 340 il numero di pesci ripescati nel lago di Camazzole, al confine fra Carmignano, Fontaniva e Cittadella. Lo storico guardiacaccia Feliciano Cervellin ieri mattina si è recato sul posto, insieme a tre guardiapesca dell’associazione “La Sorgente”, ed ha raccolto qualcosa come 160 carpe. Sulla vicenda, al momento, si sa solo che la moria potrebbe essere stata causata da un virus, ma si attendono le analisi approfondite della facoltà di Veterinaria dell’Università di Padova di Agripolis, a Legnaro, che sta analizzando da alcuni giorni le carcasse.
«Durante le prime uscite nella scorsa settimana», spiega Cervellin, «sono state raccolte 180 carpe. Solo ieri ne abbiamo contate altre 160, la maggior parte di esse era in uno stato di putrefazione». Quintali e quintali di pesci morti: «Mediamente il peso di ogni carpa è di circa 20 chili, quindi stiamo parlando di quasi 70 quintali di pesce» . Una scena macabra, angosciante, una situazione che riserva profondi punti di domanda.
Ad aiutare nell’analisi del problema, che non ha toccato altri pesci, sono i pescatori di carpe, con il loro punto di osservazione e la loro esperienza: «Ho parlato con loro», osserva il guardiacaccia, profondo conoscitore dei ritmi della natura e del Brenta, «e mi hanno spiegato che negli ultimi quattro anni hanno osservato l’assenza di carpe piccole. Eppure ogni anno, in questo periodo, i pesci fanno la frega ma evidentemente non ne nasce nessuna da tempo. Perché? Come si spiega questo fenomeno? Mi sembra qualcosa di davvero molto strano e che va approfondito» . Gli appassionati del carpfishing vivono la vicenda con profonda sofferenza: «Sono legati alle carpe, da sempre, alcune le chiamano per nome», osserva Cervellin, che rivela un ulteriore particolare preoccupante: «I sub che effettuano immersioni hanno osservato che le alghe non sono più verdi e rigogliose come un tempo, sul fondale vedono un manto grigio, come se fossero morte tutte, non c’è più il verde di un tempo. Anche questo è un aspetto sul quale va fatta chiarezza, forse servono delle analisi delle acque più approfondite». —
S. B.
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