Unioni, oggi la fiducia. La delusione della Cei:"Una forzatura votare così la legge"

Le opposizioni in rivolta alla Camera: «Parlamento zerbino del governo», Boschi la difende: «Valore politico». Marchini: «Non celebrerò nozze gay»
Il ministro delle Riforme costituzionali e Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, durante il question time in aula alla Camera, Roma 12 marzo 2014. ANSA/CLAUDIO PERI
Il ministro delle Riforme costituzionali e Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, durante il question time in aula alla Camera, Roma 12 marzo 2014. ANSA/CLAUDIO PERI

ROMA. Bagarre alla Camera sulle Unioni civili. Come ampiamente previsto e annunciato da Matteo Renzi in tv il governo ha posto la fiducia sulla legge che sarà votata in via definitiva oggi pomeriggio o, al massimo, domani mattina. Ma un minuto dopo che Maria Elena Boschi ha confermato l’intenzione di porre la questione di fiducia, lasciando poi l’aula, a Montecitorio è scoppiato l’inferno con le opposizioni che hanno fatto a gara a chi la diceva più grossa contro il governo: da servi della gleba, a Parlamento zerbino. E mentre a Roma il candidato Alfio Marchini annunciava che se sarà sindaco lui le nozze gay non le celebrerà, anche da oltre Tevere è arrivata la delusione della Cei. «Il governo avrà anche le sue logiche, le sue ragioni, ma il voto di fiducia può rappresentare spesso una sconfitta per tutti», avverte il segretario dell’assemblea dei vescovi, Nunzio Galantino.

Parole che non preoccupano il governo. «La fiducia ha un valore politico», spiega infatti il ministro delle Riforme in serata, ricordando che approvare la legge sulle unioni civili è un impegno prioritario dell’agenda dell’esecutivo in materia di diritti e che del pacchetto fa parte anche la legge sul fine vita e sul terzo settore. «Basta rinvii questa è la volta buona», scrive su Facebook Boschi.

Alle 14, quando il ministro annuncia la fiducia, è Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera dem, a presiedere. A Montecitorio la maggioranza ha problemi di numeri. La fiducia serve però non solo per non modificare il testo passato al Senato a soprattutto per evitare che si formino maggioranze trasversali in aula, dove i malumori di Ap sono evidenti. «Questo è il Parlamento dei servi della gleba che applaudono all’annuncio della fiducia nella speranza di essere ricandidati», touna il capogruppo leghista Massimiliano Fedriga. Ancora più «eloquente» il fittiano Maurizio Bianconi che alla Boschi, ormai assente fa il gesto dell’ombrello. «Il Parlamento è per il governo uno zerbino su cui pulire i piedi, i parlamentari dovrebbero rispondere ai cittadini non obbedire a un capo padrone, abituato a calpestare questa aula», rincara il grillino Alfonso Bonafede. «E’ ignobile e aberrante mettere la fiducia su una materia sensibile come le unioni civili», aggiunge il forzista Renato Brunetta per la scelta del governo è un atto di «squadrismo». A nome di Sinistra italiana annuncia il voto contrario anche Arturo Scotto. «Purtroppo la fiducia ha elminato la possibilità di una discussione vera sugli emendamenti: evidetemente a Renzi interessava di più l’asticella temporale che aveva stabilito in qualche trasmissione televisiva dove lui va abitualmente tutte le domeniche a parlare del più e del meno», attacca Scotto.

Il clima già teso s’infiamma anche a Roma per le parole del candidato della lista Civica e di Berlusconi, Alfio Marchini. «Non ho nulla contro le unioni civili ma non celebrerò unioni gay se sarò sindaco». «Marchini tranquillo, ci penserà Giachetti a celebrare le unioni gay», replica subito Matteo Orfini, commissario del Pd a Roma mentre lo stesso Giachetti dice di «non vedere l’ora di votare la legge».

«Marchini vuole essere un sindaco che non rispetta le leggi, un bel biglietto da visita: le unioni civili una volta approvate definitivamente dal Parlamento non sono derogabili per scelta politica», avverte Monica Cirinnà, la parlamentare che più si è spesa per la legge. Persino Giorgia Meloni che pure conferma di essere contraria alla legge, scavalca Marchini e dice se sarà sindaco rispetterà le leggi.

«I sindaci diano il buon esempio e rispettino le leggi», avverte però Boschi. Sibillino Marchini che in serata si smentisce: «certo che le leggi vanno rispettate».In ogni caso la legge divide ancora anche il mondo gay che non esulta all’unanimità. Arcilesbica e Famiglie Arcobaleno lamentano che non ci sia il matrimonio egalitario. Ma Arcigay e Equality invitano a guardare gli aspetti positivi della legge.

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