Università in carcere a Padova, via al ventesimo anno di corsi: «Studio per ritrovare la dignità»
Sessantatré studenti detenuti seguiti da 21 tutor. Una sezione de Due Palazzi trasformata in Polo universitario con biblioteca e sale comuni

Nella mattinata di venerdì 12 maggio è stato inaugurato il ventesimo anno del Progetto Università in carcere nell’auditorium della Casa di reclusione. “Festeggiamo il diritto allo studio, che insieme al lavoro rappresenta la base per il reinserimento sociale, che è il fine ultimo della pena” ha detto Claudio Mazzeo, direttore della Casa di reclusione.
Oltre a Mazzeo alla cerimonia di inaugurazione erano presenti la rettrice dell’Università Daniela Mapelli, la delegata del Progetto Francesca Vianello e il presidente dell’associazione Operatori Carcerari Volontari (Ocv) Attilio Favaro. A portare i saluti dell’amministrazione comunale l’assessora al Sociale Margherita Colonnello.
All’università in carcere sono iscritti 63 studenti detenuti, che sono seguiti da 21 tutor, i professori universitari e numerosi volontari. Quindici studenti ristretti scontano la propria pena nel Polo universitario, una sezione del Due Palazzi pensata ad hoc per gli studenti che mette a disposizione una biblioteca, ambienti comuni in cui studiare e un limitato collegamento a internet.
A prendere parola nel corso della cerimonia è stato anche Marius, uno studente detenuto, che ha spiegato l’importanza dell’attività offerta dal carcere di Padova in collaborazione con l’Ateneo nel percorso rieducativo e di reinserimento sociale: “Studiare ci dà la possibilità di ritrovare la nostra dignità” ha detto.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova