Università, la mensa scoppia: centinaia in coda

Caos ieri al polo scientifico: chiusa la Piovego, tutti alla Belzoni. Era il primo giorno di lezione e la sorpresa è stata amara per molti

PADOVA. Arrabbiati neri e a bocca asciutta. Gli studenti del polo scientifico del Bo non hanno di certo ripreso l'attività didattica con il piede giusto. Ieri, dopo la prima mattinata sui banchi, si sono diretti verso la “loro” mensa, la Piovego. Appeso fuori dalla porta un cartello poco rassicurante: «Chiuso per lavori». Dopo il mesto dietro front, non hanno nemmeno provato a sbirciare se l'estate avesse fatto il “miracolo”: la Marzolo ormai ha abbassato la saracinesca da anni. E così l'hanno ritrovata. Che fare in 45 minuti di pausa tra una lezione e l'altra? A centinaia si sono riversati nell'unica struttura aperta, la piccola mensa convenzionata di via Belzoni, che non ha retto all'urto di un'orda di studenti affamati. La fila alle 13 e 30 aveva superato la soglia di tolleranza: cinquanta metri di coda. Risultato? Gli stoici hanno atteso quasi un'ora, mentre i più pragmatici hanno girato i tacchi e si sono rivolti ai bar del Portello per poter tornare in tempo utile sui banchi.

La protesta. Ieri mattina Federico ed Elena, del Sindacato degli Studenti, hanno compiuto un monitoraggio in loco della situazione-mensa: «Marzolo chiusa, Piovego chiusa: l'Esu dove pensa che possiamo andare a pranzare?», attaccano i ragazzi, «Ci avevano promesso che almeno una struttura avrebbe riaperto per l'inizio delle lezioni. Con ogni probabilità invece gli studenti dovranno penare ancora per due settimane. Come si fa a rimanere in coda quaranta minuti con una pausa di meno di un'ora tra una lezione e un'altra? Se la mensa Piovego, che erogava 9 mila pasti, non sarà riaperta al più presto, faremo scattare la protesta. Daremo avvio ai pranzi sociali di fronte alla Marzolo». Molti ragazzi che ieri hanno tentato di mangiare alla struttura di via Belzoni 176 hanno dovuto fare marcia indietro: nel corridoio che porta all'unica cassa per accedere al servizio mensa si stava schiacciati come sardine.

Lavori alla Piovego. Rocco Bordin, commissario straordinario dell'Esu, assicura che gli studenti dovranno sopportare qualche disagio ancora per pochi giorni: «La Piovego aveva bisogno di lavori urgenti di messa in sicurezza, non potevamo rischiare incidenti. La ditta dovrebbe finire i lavori entro una decina di giorni. Se non verrà rispettato il termine concordato scatteranno le penali». Bordin coglie l'occasione per fotografare la situazione della ristorazione universitaria: «Riusciremo ad offrire ancora il servizio serale alla San Francesco, ma solo grazie al nostro impegno. La proposta che abbiamo ora è al vaglio delle organizzazioni sindacali. La Regione ci impone un blocco del turn over che rischia di mettere in difficoltà l'erogazione dei servizi Esu».

Studenti in cucina. Come far fronte alla carenza di personale? Bordin ha intenzione di mettere il grembiule agli universitari che hanno bisogno di lavorare per pagarsi gli studi. «Per ora ne abbvalutati una ventina, saranno impiegati all'Ufficio orientamento e in mensa. Questo è l'unico modo di garantire l'erogazione dei pasti senza dover ricorrere all'esternalizzazione del servizio. Stiamo lavorando al fianco delle organizzazioni sindacali perchè la sperimentazione sia condivisa».

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova