Unipd, è Paola Maria Bonomo (Udu) la nuova presidente del Consiglio studentesco
La neoeletta: «Priorità: diritto allo studio e didattica inclusiva. Proseguirò il lavoro avviato prima di me da Emma Ruzzon»
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L’intenzione è dare forma e voce alle battaglie avviate da chi l’ha preceduta alla guida del Consiglio degli studenti e studentesse dell’università di Padova, il Cds.
Paola Maria Bonomo, neoeletta presidente dell’organo per il biennio 2025-2027 (34 voti su 42, seguita da Emma Billi di Obiettivo Studenti, sua vice), proviene dalle fila dell’associazione Unione degli universitari, così come la presidente uscente Emma Ruzzon.
Ventunenne iscritta a Scienze politiche, diritti umani, relazioni internazionali, Bonomo si pone al totale servizio delle istanze degli universitari che da ora rappresenta, «come studenti e come cittadini».
Quali sono i cavalli di battaglia del suo mandato?
«In una parola, le declinazioni del diritto allo studio. Da continuare a sviluppare interpretando questo ruolo, che mi piace chiamare “collettivo”, come espressione diretta e totale della comunità studentesca all’interno dell’accademia e in città. Con un approccio, soprattutto, che dia sempre politicità all’organo».
Le prime azioni da intraprendere cosa riguardano?
«A maggio si tiene il Padova Pride, e sebbene il Cds vi aderisca le tematiche Queer all’università sono ancora poco trattate. Tra gli obiettivi puntiamo all’adozione di bagni unisex e all’utilizzo di un linguaggio neutro nelle mail e comunicazioni ufficiali. L’identità di genere è questione complessa, che si costruisce nel tempo, e a molti studenti può creare disagio non essere riconosciuti nel contesto dell’ateneo come persone non binarie».
Il benessere psicologico è quindi al centro.
«Viene prima di tutto. Perciò intendiamo potenziare lo sportello anti-molestie, estendendo il servizio anche alle sedi distaccate dell’università di Padova, e batterci per un numero congruo di appelli d’esame, senza che la sessione diventi inutilmente un motivo di grande stress per gli iscritti: garantendone quindi 6 a Scienze umane (dove recentemente ne è stato soppresso uno, ad anno accademico avviato), e almeno 5 (rispetto ai 4 attuali) a Ingegneria ed Economia. Ma anche sulla didattica c’è molto da lavorare».
Con quali propositi?
«Renderla più inclusiva e rispettosa, appunto, del diritto allo studio».
In che modo?
«Arrivando a ottenere la piena copertura delle borse di studio da parte dell’ateneo, tanto per cominciare, e una platea più ampia di aule studio e didattiche fisicamente accessibili per tutti, capienti abbastanza e aperte anche nei giorni festivi. Lo stesso valga per le mense universitarie e gli studentati».
Il fronte residenzialità stride?
«Sì, motivo per cui monitoriamo il crescente operato dello Sportello Affitti avviato in città nel 2023 dall’Udu insieme al Comune di Padova, e all’Esu (l’ente regionale per il diritto allo studio universitario) chiediamo più posti letto a gestione diretta, e meno interferenza di soggetti privati».
Come si prospetta il rapporto con i vertici del Bo?
«I punti d’incontro non sono mai troppi. Come studenti sediamo negli organi maggiori, e questo sicuramente favorisce il confronto. Su alcuni temi c’è più apertura, su altri meno, ma confido in un dialogo positivo».
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