Vasco e Patty «La Luna» è a due voci

Una nuova canzone scritta da Rossi per la veneziana signora del pop
Di Matteo Marcon

Patty Pravo e Vasco Rossi, due enfant terrible della canzone italiana assieme per cantare “La Luna”. Il nuovo brano della “divina” è un omaggio alle fasi alterne della vita, un lentone d'altri tempi suonato a ritmo di shuffle. La voce austera della cantante veneziana, al secolo Nicoletta Strambelli, incontra ancora una volta la scrittura del rocker di Zocca, in coppia con Gaetano Curreri. Da ieri “La Luna” è in rotazione radiofonica e in vendita su Itunes. A mandarla dispettosamente in orbita ci aveva pensato già qualche giorno fa il buon “Blasco”, postandola sulla propria bacheca facebook “in anteprima planetaria assoluta e abusiva” e rivelando anche un proprio cammeo all'interno della registrazione. Non sappiamo dire se questa nuova collaborazione sia destinata ad essere, o meno, la canzone dell'estate 2012. Di certo, però, anche questo brano può vivere della “luce riflessa” generata da due stelle inossidabili della canzone italiana. Basti pensare che il post “pirata” di Vasco Rossi ha conquistato in poco tempo quasi 8mila like. Ai tempi dei social network il successo si misura anche così. Bruciando sui tempi la casa discografica, Rossi ha rivelato anche la sua piccola incursione romagnola: «La voce che dice “bellessa” non è di Patty….è la miaaa!!!». Senza questa curiosità, in effetti, sarebbe stato difficile riconoscerlo, nei brevi controcanti del ritornello. La voce di Patty Pravo invece, come sempre, è inconfondibile. Profondissima, nasce dalle viscere e qui ritorna. Il timbro della “ragazza del Piper”ha conquistato anche l'affiatata coppia Rossi-Curreri già autori nel 1997 del brano con cui l’artista di Venezia si presentò al Festival di Sanremo: “E dimmi che non vuoi morire”. Fu un grande successo: premio della critica e premio per la “Miglior Musica”. In questa estate 2012 la coppia di autori si mette di nuovo al servizio della voce e del carisma di Patty Pravo. «Finchè vivevo da sola, ero una gran signora, non mi mancava nessuna, delle cose che adesso ho». Le fanno cantare i bei tempi andati che non torneranno più, che ormai ci tocca guardare col binocolo.

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