Velisti spariti nell’oceano Atlantico, la mamma: «Ora la verità»

Antonio Voinea di Bovolenta e lo skipper Aldo Revello sono scomparsi il 2 maggio 2018. La famiglia non crede all’allontanamento volontario. Poco tempo ancora per indagare 

 

Nicola Stievano
Antonio Voinea con lo skipper Aldo Revello, entrambi scomparsi dopo il naufragio
Antonio Voinea con lo skipper Aldo Revello, entrambi scomparsi dopo il naufragio

Ancora qualche settimana di indagini con l’obiettivo di risolvere il giallo dei velisti scomparsi in pieno oceano Atlantico. Lo scorso autunno la Procura di Roma aveva respinto la richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero e concesso altri sei mesi di indagini per far luce sugli elementi raccolti dal legale dei familiari di Antonio Voinea, il marinaio 31enne di Bovolenta di cui non si ha più notizia dal 2 maggio 2018.

Quel giorno il giovane era a bordo della barca a vela Bright con lo skipper spezzino Aldo Revello: insieme stavano portando a termine la traversata dell’Atlantico e si trovavano a metà strada tra isole Azzorre e lo stretto di Gibilterra. Il mare era calmo e la visibilità ottima quando, alle 13. 48, il trasmettitore di bordo lancia un breve segnale di allarme. Poi il silenzio.

Il giallo dei velisti dispersi nell’Atlantico: il caso Bright e l’indagine che non deve essere chiusa
+++ Rpt +++ Ripetizione con l'aggiunta del nome della seconda persona ritratta nella foto, Antonio Voinea ..Una foto profilo tratta dal profilo Facebook della 'Compagnia del Bright' mostra Aldo Revello (D), lo skipper spezzino disperso tra le Azzorre e Gibilterra, insieme all' amico marinaio, Antonio Voinea, con lui nella foto. Genova, 4 maggio 2018. .. +++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA +++.

È l’inizio di un mistero irrisolto: si attivano i soccorsi ma le ricerche non danno alcun esito, del “Bright” si trovano solamente tre giubbotti salvagente e nient’altro, si parla di un affondamento improvviso dovuto alla rottura del bulbo, il pinnone che garantisce la stabilità dell’imbarcazione, oppure alla collisione con una nave molto più grande.

I mesi passano e il giallo si infittisce, spunta un sedicente testimone anonimo che fornisce ai familiari di Voinea dettagli su una nave cargo, la Cmb Catrine, che avrebbe speronato e affondato la barca a vela, lasciando i due marinai al loro destino.

Indaga anche la polizia postale, ma tra le prove fornite da “Lone Sailor”, così si era presentato l’anonimo marinaio solitario che aveva raccontato di aver fatto parte dell’equipaggio del cargo e inviato alcuni documenti e foto, c’era anche un falso video dell’affondamento di una barca a vela. La segnalazione quindi viene lasciata cadere, così come non verrà mai sentito dagli inquirenti il terzo uomo a bordo del Bright, un italiano partito dai Caraibi e sceso alle Azzorre qualche giorno prima della scomparsa dei due marinai.

Il testimone misterioso

Il misterioso passeggero è stato rintracciato da “Chi l’ha visto?”: all’inviato della trasmissione di Rai 3 l’uomo, rimasto anonimo, ha confermato di aver viaggiato insieme a Voinea e a Revello come passeggero pagante, fino al 24 aprile.

«Non siamo entrati tanto in confidenza» ha detto, «io me ne stavo per conto mio e loro pure, non ho notato nulla di strano». Ma c’è un dettaglio: «Durante la traversata mi era stato detto che non si poteva andare nella cabina di prua». L’uomo si adegua e non fa altre domande, poi scende alle Azzorre. Fra le tante ipotesi si fa strada anche quella del gesto volontario dei due marinai, per far perdere le proprie tracce.

L’indagine dei familiari

Una tesi sempre respinta dai familiari di Antonio Voinea che insieme l’avvocato Aldo Niccolini di La Spezia hanno incaricato un’agenzia investigativa e presentato alla Procura di Roma nuovi elementi, in base ai quali si sono opposti all’archiviazione del fascicolo. Si tratta della fattura del noleggio di un’auto a Lisbona intestata a Voinea nell’estate del 2020 e delle tracce di connessioni e registrazioni dai profili social dei due marinai tra il 20218 e il 2021, ma anche del tablet di Antonio spedito dall’ex convivente ai familiari e consegnato agli inquirenti. In questi mesi i magistrati hanno raccolto testimonianze e approfondito questi e altri dettagli poco chiari.

«È pensabile che una barca di quelle dimensioni possa essersi inabissata in così poco tempo, lanciando un unico segnale di allarme? » si chiede l’avvocato Niccolini che aggiunge: «Riteniamo che ci siano troppi interrogativi e qualcosa di più serio e di particolare potrebbe essere stato il destino del Brigh».

«Non vedo l’ora di sapere qualcosa, vogliamo solamente arrivare alla verità» ha detto in lacrime davanti alle telecamere di “Chi l’ha visto?” Daniela, la madre di Antonio, «in questi anni non ho fatto altro che piangere e pregare, non dormo di notte. Vi prego, se sapete qualcosa aiutateci». —

Argomenti:cronaca

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova