«Venduto Palazzo Dondi dell’Orologio, rilanciamo la zona»
Sono anni che Palazzo Dondi dell’Orologio, in via Cesare Battisti 69, costruito nel ’500, ossia nel periodo aureo della Serenissima e di proprietà dal 1921 dell’Inail, viene tenuto chiuso e rischia il degrado irreversibile. Eppure Dondi Dell’Orologio, che attualmente ha un valore immobiliare di 20 milioni, non è che uno dei tanti palazzi storici, che si trovano nel cuore della città. Già sede provinciale dell’Inail, ma anche filiale della Cassa di Risparmio e del Banco di Napoli, tra il 2007 e il 2012, è stato rivisitato e restaurato, con una spesa complessiva di 9.652.000. Il progetto è stato firmato dall’archistar Paolo Portoghesi, in collaborazione con la collega Miranda Prestipino. I lavori furono appaltati all’impresa Carron. All’interno ritoccati anche i famosi affreschi, dipinti nel 1533, da Domenico Campagnola, l’artista nato a Venezia nel 1500 e morto, nel 1564, a Padova, dove ha affrescato anche la Scoletta del Carmine, la Sala dei Giganti, l’Oratorio di San Rocco, una parte del Monte di Pietà e anche una sala dell’Abbazia di Praglia. Dal 2102 i vertici dell’Inail hanno cercato in tutti i modi di riaprirlo e di riutilizzarlo, ma tutti i progetti si sono arenati sul nascere, compreso quello che prevedeva di far diventare palazzo Dondi dell’Orologio il centro nazionale di formazione per i dirigenti ed i funzionari Inail. Ma proprio in questi giorni da Roma è arrivata una notizia, destinata ad assicurare per l’immobile pubblico un futuro immobiliare diverso da quello attuale. Ossia, con tanto di rogito notarile già sottoscritto, lo storico edificio già adesso è passato sotto la competenza dell’Invimit. Si tratta della società Investimenti Immobiliari, di totale proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze (ministro Pier Carlo Padoan), istituito nel 2011 da Giulio Tremonti, il cui consiglio di amministrazione è oggi guidato dal presidente Massimo Ferrarese (area Ncd), ex presidente della Provincia di Brindisi e dall’ad, architetto Elisabetta Spitzt, ex moglie di Marco Follini ed ex responsabile nazionale dell’Agenzia del Demanio. Gli altri consiglieri sono Nella Ciuccarelli, Elisabetta Colacchia e Stefano Scalera. L’Invimit ha il compito di provvedere alle dismissioni e alla valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, che, in base a un calcolo effettuato due anni fa, ammonta a 290 miliardi di euro. L’Invimit lavora per vendere al miglior offerente tutti gli immobili pubblici, in genere vincolati dalle Sovrintendenze delle Belle Arti, che si trovano in tutta la penisola.
«A questo punto la competenza di Palazzo Dondi dell’Orologio non è più nostra, ma passa all’Invimit», osserva Antonio Salvati, direttore provinciale dell’Inail. «Sono convinto, d’altronde, che, dopo tale passaggio di competenze, lo storico immobile sarà alienato in tempi brevi e potrà essere valorizzato nel migliore dei modi».
Il cambio delle competenze è stato spiegato anche ai residenti ed ai negozianti di via Cesare Battisti. «Speriamo che adesso lo storico palazzo possa ritornare ad essere vivo come lo era tanti anni fa», sottolinea l’artigiano Luciano Vettore. «La nostra via, un tempo, strapiena di locali pubblici e di attività artigianali, oggi è morta. Con la riapertura di palazzo Dondi dell’Orologio potrebbe tornare a vivere».
Felice Paduano
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