Venetisti, altra delusione «Fraintesi pure in Regione»

Il riconoscimento della minoranza veneta si è di nuovo arenato in Consiglio I promotori: «Tutti parlano solo del bilinguismo per eludere i nostri veri problemi»
Di Paola Pilotto

GRANTORTO. La questione venetista fatica a decollare. Tra un rinvio e una sospensione, tutto si ingessa. Nulla di fatto. Ieri pomeriggio il consiglio regionale si è trovato a discutere l’ordine del giorno sul riconoscimento della minoranza veneta, proposto dai sindaci. Era previsto per martedì, poi rinviato ieri, ma alle 20, uno dopo l’altro i consiglieri regionali si sono defilati. Chi per un motivo, chi per un altro, se ne sono andati in tanti ed è mancato il numero legale. Il presidente ha quindi sospeso la seduta per 10 minuti in modo da ricompattare l’assemblea. Ma niente da fare. La pausa non è servita. Il numero legale è mancato ancora. Ordine del giorno sospeso. Forse a settimana prossima. Un’attesa snervante, fatta di messaggi e rapporti sull’andamento del voto che mai arrivava. Il sindaco Luciano Gavin, delegato permanente dei promotori del progetto di legge 116 per il riconoscimento della minoranza nazionale veneta, ha seguito i lavori di rimbalzo tra gli impegni di lavoro. Non era a Venezia. Lo teneva informato da palazzo Ferro Fini Loris Palmerini, principale estensore del testo di legge, approvato dai consigli comunali di Resana, Segusino,Grantorto e Santa Lucia di Piave, San Martino di Lupari, Santa Maria di Sala, Sossano e altri. Ha seguito il passare delle ore con amarezza e con la consapevolezza che la questione non era stata intesa come volevano i sindaci. «È stato messo troppo l’accento sul bilinguismo», sbotta Gavin. «Assurdo fermarsi solo su questo aspetto. Il progetto è più ampio e i risvolti sono molteplici per il popolo veneto, dalle quote in seno alla scuola o alle varie istituzioni. Poi il bilinguismo è in capo allo Stato. Un’occasione storica straordinaria, spero non vanificata. Peccato. Sarà da spiegare ai veneti il perché di questo atteggiamento. Fa specie ad esempio che il M5S si sia posto contrario, addirittura dichiarando l’incostituzionalità: in Commissione non era andata così: i consiglieri grillini avevano apprezzato adducendo anche a proprie motivazioni. Evidentemente deve essere arrivata qualche considerazione superiore. Durante i lavori in Commissione, i consiglieri presenti, di maggioranza e opposizione non hanno sollevato alcuna problematica sul testo, e il presidente della Commissione, Marino Finozzi, aveva sottolineato come esso, oltre ad aver ricevuto un nulla osta ed un apprezzamento giuridico da parte dell’ufficio legislativo del Consiglio Regionale, abbia ricevuto la positiva impressione da parte dei consiglieri, anche per la valenza politica e di rappresentanza del territorio. Il PD è sempre stato contrario. Forza Italia contrari. Ha tenuto la Lega, ma si sono iscritti a parlare in tanti. E il tempo passava. Viene quasi il dubbio che sia stata una strategia per allungare i tempi, arrivare a un rinvio a dopo la scadenza referendaria. Se al referendum passa il sì, la partita venetista potrebbe vanificarsi. Sarebbe un vero peccato».

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