«Venite, ci sono gli spiriti». Cacciatori di fantasmi al Museo di Monselice chiamati dalle operatrici
L’associazione Ghost Hunter nell’area degli scavi e nella Sala della Buona morte dopo le testimonianze di chi ci lavora
MONSELICE. Fantasmi, spiriti e presenze inspiegabili: l’associazione Culturale Ghost Hunter Padova è andata a caccia di fenomeni paranormali nel complesso monumentale San Paolo. Il gruppo di ricerca e studio sulle attività paranormali sabato notte è stato ospite del museo monselicense per cercare di svelare cosa si cela di misterioso nell’area degli scavi e nella Sala della Buona Morte.
Un’indagine segretissima, chiusa al pubblico, e suddivisa in due momenti: una prima di documentazione video, audio e storica e una seconda prettamente tecnica, con l’ausilio di apparecchiature specifiche. «Data la delicatezza delle operazioni da svolgere, l’evento non prevedeva partecipanti» spiega il presidente dei Ghost Hunter Padova, Andrea Pugliese «La nostra attività è ben lontana dall’essere paragonabile a quella degli acchiappafantasmi dei film americani, ma più consona alla rilevazione e studio di anomalie o di dati non spiegabili».
Lo studio è partito dalla testimonianza di alcune operatrici che hanno spiegato al gruppo che certe volte qualcosa di strano accade all’interno della San Paolo. Un luogo intriso di storia, soprattutto nel piano superiore dove si trova la sala che nel 1659 aveva il compito assistenza verso i confratelli infermi e i cui affiliati seppellivano i defunti propri e i cadaveri abbandonati. Sala che per questo è chiamata appunto “della Buona Morte”.
«Nello svolgere la nostra attività, manteniamo di base un atteggiamento scettico nei confronti di un possibile fenomeno anomalo» continua Pugliese «giudicandolo interessante solo quando il suo rilevamento non abbia subito l’influenza di fonti inquinanti o non sia stato determinato da fattori riconducibili a leggi fisiche spiegabili . Solo allora viene considerato come paranormale».
Spettri, fantasmi, spiriti? Cosa è stato rilevato nel plesso monumentale resta ancora un mistero, che verrà svelato nelle prossime settimane dai canali di comunicazione ufficiali del gruppo padovano: «Oltre a rilevare fenomeni paranormali, vogliamo riscoprire miti, leggende e misteri legati al territorio e spesso abbandonati: un patrimonio immateriale da preservare e da tramandare alle nuove generazioni. Una sorta di tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale del territorio, una memoria collettiva che torna a vivere», conclude Pugliese.
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