Verso l’archivio la “calunnia” La colpa? Ammise la tangente
ABANO TERME. L’11 giugno 2015 era stato interrogato dalla Guardia di Finanza impegnata a indagare sul sistema tangentizio delle Terme gestito dall’allora sindaco Luca Claudio. E lui, l’imprenditore Domenico Chiapperino, 46enne di Mestrino, aveva ammesso: «Il Comune non mi rilasciava le autorizzazioni per costruire in via Calle Pace. Nell’agosto 2013 mi incontrai con Giuseppe Di Bari (commerciante amico di Claudio) per chiedergli se avesse parlato con il sindaco... Mi fece presente che, per avere le concessioni, avrei dovuto fargli dei lavori edili oppure versare una somma di danaro». 25 mila euro la somma pagata: Luca Claudio ha patteggiato, Chiapperino ha ottenuto la messa alla prova (sta svolgendo un servizio civile per l’Unione nazionale ciechi). Eppure Di Bari (con l’avvocato Matteo Conz) lo ha denunciato per calunnia. Ma il pm Baccaglini ha chiesto l’archiviazione del procedimento contro Chiapperino che, raccontando il fatto, era finito pure nei guai. Ora manca l’ultima parola del gup Domenica Gambardella per chiudere il caso. (cri.gen.)
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova