Veti e veleni, Comuni divisi sui rifiuti

PIOVE DI SACCO. Sulla nascita del Consiglio di Bacino, il consorzio obbligatorio che la legge regionale 52 del 2012 indica come l’ente deputato a controllo, verifica e coordinamento del servizio di gestione dei rifiuti, si sta consumando una guerra di veti incrociati sul territorio che comprende il Piovese e la Bassa Padovana. Si tratta di mettere il naso in un bel ginepraio. Il Consiglio di Bacino altro non è che il risultato della riduzione, decisa dalla Regione, dei vecchi Bacini per la gestione dei rifiuti e dovrà raggruppare i 56 Comuni di Piovese e Bassa che prima erano divisi nei Bacini Padova 3 e Padova 4, ora in liquidazione, in attesa della costituzione del nuovo Consiglio.
Come si è creato il groviglio
È però successo che, nelle more dell’emanazione delle disposizioni attuative della legge 52, arrivate solo lo scorso luglio, sia stato nel frattempo creato il Consorzio volontario di secondo livello Padova Sud (che ha sede in via Rovigo 69 a Este) nel quale è stata riversata tutta la parte gestionale e il personale dei Bacini 3 e 4. Nel Consorzio sono state travasate anche tutte le quote della società pubblica Padova Tre Srl (che ha sede sempre in via Rovigo 69 a Este) e di cui quindi è proprietario al 100%. Padova Tre fa parte dell’associazione temporanea d’impresa (Ati) che include anche Sesa Spa, De Vizia e Abaco, e svolge il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti per tutto il territorio. Da notare che il solo Comune di Este detiene anche il 51% di Sesa, che vanta un credito di svariati milioni da Padova Tre.
Il riassetto dei vertici
Stefano Chinaglia e Simone Borile, da presidenti dei vecchi Bacini, sono diventati rispettivamente presidente e vicepresidente e direttore della Padova Tre srl. Non solo: Borile è anche presidente del Consorzio Padova Sud. A quest’ultimo i Bacini 3 e 4 hanno ceduto il contratto con l’Ati in virtù del quale riceve annualmente 560 mila euro, frutto delle royalties che ciascun Comune paga caricando un costo di 2,10 euro per abitante. Soldi con cui il Consorzio si finanzia e paga il suo personale: il direttore generale Stefano Tromboni che è anche direttore tecnico (137.322 euro lordi l’anno), il dirigente amministrativo Micaela Pattaro (80.768 euro l’anno) e un istruttore amministrativo.
Arriva la riforma
A luglio la Regione dà la stura per l’istituzione del nuovo Consiglio di Bacino. Il Consorzio Padova Sud confeziona un testo di convenzione propedeutica alla sua nascita chiedendo ai Comuni di approvarla. Nel testo si legge come, secondo il Consorzio sia «opportuno, in una prospettiva di contenimento dei costi, semplificazione amministrativa e razionalizzazione delle strutture, individuare quale soggetto gestore dell’ufficio del Consiglio di Bacino (che avrebbe quindi sede in via Rovigo 69 a Este, ndr) lo stesso Consorzio Padova Sud, con ricadute evidenti in termini di concentrazione operativa e risparmio economico». Il Comune di Piove, che non ha mai aderito al Consorzio, solleva una questione di legittimità: come può il Consorzio, proprietario al 100% della società Padova Tre srche effettua il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, intestarsi l’ufficio del Consiglio di Bacino che è l’autorità di controllo? Da questa domanda parte una richiesta di chiarimento rivolta alla Regione e a cui risponde il direttore del dipartimento Ambiente Luigi Masia: «L’inserimento del Consorzio Padova Sud nell’ufficio del Consiglio di Bacino appare contrastare con le disposizioni di legge». Alla Regione scrive anche il presidente di Padova Tre Srl e commissario liquidatore del Bacino 4 Stefano Chinaglia, perorando la causa del Consorzio e proponendo una modifica del suo statuto per cancellare la parte in cui si dice che si occupa di rifiuti, eliminando così il conflitto di interessi con il nascente Consiglio. Risponde ancora Masia: «Qualora si desse effettivamente seguito alla modifica dello statuto verrebbe ripristinata la condizione di legalità che, ad oggi, costituisce grave e pregiudizievole elemento di criticità».
La bocciatura
La Regione dice no alla richiesta del Consorzio di poter confermare alla direzione del nuovo Consiglio il medesimo direttore del Consorzio. Ma intanto 26 Comuni hanno già approvato la prima convenzione predisposta dal Consorzio (quella con il grave e pregiudizievole elemento di criticità). Altri Comuni hanno approvato la convenzione modificata, altri ancora si sono attenuti al testo della Regione, con la volontà di tenere distinto il Consorzio dal Consiglio di Bacino che è, oggi, l’unico consorzio obbligatorio previsto dalla legge. È solo a quest’ultimo che i Comuni sono obbligati ad aderire come autorità di controllo in tema di rifiuti. Il Consorzio Padova Sud deve occuparsi d’altro. Ecco che il nuovo Consiglio di Bacino potrebbe mettere in discussione quei 560 mila euro di royalties che l’Ati paga al Consorzio attraverso le tariffe: venendo meno il suo ruolo in tema di rifiuti, sarebbe difficile giustificare quei soldi. E tutto da dimostrare rimane anche il paventato risparmio economico.
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