Padova, iniziano i lavori per riqualificare le 10 palazzine in via Cabrini
In tutto 64 appartamenti di edilizia popolare: 465 giorni di cantiere per un investimento di 8,5 milioni. La ristrutturazione dovrebbe concludersi entro la metà del 2026
Sono arrivate le ruspe in via Cabrini. Dopo mesi di attesa, con le rassicurazioni dell’Amministrazione comunale sull’inizio dei lavori, prima promesso in autunno e poi entro i primi mesi del 2025, ieri la ditta di Antonio Bezzegato ha cantierizzato l’area e chiuso la strada all’Arcella per cominciare a riqualificare le palazzine popolari della strada. Si tratta in tutto di dieci edifici per 64 appartamenti, abitati fino a luglio scorso da centinaia di persone, decine di famiglie, che - proprio in vista dei lavori - avevano traslocato in altre case popolari messe a disposizione dal Comune.
In questi mesi i residenti avevano ribattezzato la zona la “via fantasma”, perché soprattutto dopo il tramonto non c’era più nessuno. Nel tempo sono stati accumulati rifiuti e alcuni degli androni sono stati utilizzati dagli sfortunati senza tetto per passarci la notte, soprattutto da quando le temperature si sono notevolmente abbassate.
Cancelletti e finestre aperti hanno fatto il resto. Passeggiando nell’area, l’impressione è quella di trovarsi tra le strade di una città abbandonata.
Neanche un’auto parcheggiata e la strada utilizzata solo da chi conosce quella scorciatoia per tagliare da via Callegari e imboccare via Zanchi. Ora, comunque, non sarà più percorribile, perché per 465 giorni gli operai lavoreranno per riqualificare completamente tutti gli alloggi e le facciate, e hanno quindi chiuso l’accesso.
Il progetto
Le dieci palazzine rientrano nel progetto della Qualità dell’abitare ex Pinqua. Lo stesso che consentirà il recupero di piazza Azzurri d’Italia (già in stato molto avanzato), dell’ex Coni, in attesa di essere demolito e ricostruito per ospitare un centro culturale, e l’ex Configliachi (dove si sta lavorando per portarci una scuola) con i soldi del Pnrr.
È il piano di recupero della case popolari, che nei mesi scorsi sono state sfollate proprio per allestire il cantiere. La maggior parte delle famiglie che viveva in via Cabrini è stata trasferita in via Andrea Moroni, dietro lo stadio ex Colbachini.
Gli interventi riguardano la riqualificazione funzionale degli edifici, delle aree comuni e il necessario adeguamento alle normative, soprattutto in materia di sicurezza degli impianti e delle strutture, il miglioramento delle condizioni di comfort abitativo, il maggior risparmio energetico.
All’interno di ognuno dei 64 alloggi verranno sostituite le porte d’ingresso con portoncini blindati, le porte interne degli appartamenti, rifatti i pavimenti, rinnovati e ampliati bagni e cucine. Tutto costerà 8 milioni e mezzo di euro.
Il comune
«Seguiremo in modo costante l’avanzamento del progetto di ristrutturazione» la rassicurazione dell’assessora alle Politiche abitative, Francesca Benciolini, «si tratta di uno dei piani che ci permetterà di risistemare un po’ alla volta il patrimonio di edilizia residenziale pubblica della città, che altrimenti non può essere assegnato».
Ormai più di un anno fa la Giunta comunale aveva approvato in tutta fretta la documentazione per consentire ad Ater di procedere con il progetto di fattibilità e mettere in gara la progettazione, accelerando i tempi per non perdere il finanziamento. Nel frattempo l’iter ha subìto un rallentamento, ma da ieri i lavori sono partiti ed entro metà 2026 le case dovrebbero essere pronte per essere abitate.
L’obiettivo
Gli alloggi, grazie a una convenzione con Ater, verranno ceduti al Comune per 15 anni, andando ad aumentare la disponibilità di case popolari: «Ridurre al minimo o azzerare il numero di alloggi pubblici chiusi è il nostro principale obiettivo» la posizione di Benciolini, «stiamo facendo tutto il possibile per reperire i fondi necessari per poterlo fare. Si tratta di un lavoro complesso e a volte lungo, ma su cui continuiamo tenacemente a impegnarci e che monitoriamo in modo stretto».
Un piccolo passo verso la soluzione di uno dei problemi prioritari che penalizza la città di Padova, ovvero l’emergenza abitativa.
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