Via Canestrini, nuovi inquilini nella casa del delitto Rao

PADOVA. Ad un anno di distanza nell’appartamento della morte è tornata la vita. L’alloggio all’ultimo piano del complesso in via Canestrini 145, quello in cui il trentenne Paolo Rao ha massacrato a coltellate l’ex compagna di 27 anni Erica Ferazza, è stato nuovamente affittato. La tragedia risale al 7 ottobre 2012 ma un anno e un mese dopo i sigilli della Squadra mobile di Padova sono spariti e il sangue sul pavimento è stato lavato. Da qualche settimana una donna vi abita all’interno con i suoi due figli.
«Avevamo necessità di una casa in questa zona e l’abbiamo presa» spiega in modo sbrigativo un parente, «ci hanno riferito cosa è successo qui dentro un anno fa ma cosa ci possiamo fare? La vita continua».
I nuovi inquilini stanno risistemando tutto, cambiando la disposizione degli arredi e installando il nuovo mobilio. Il ricordo di quel delitto, di un fatto che sconvolse la città intera, è ancora vivido.
All’alba del 7 ottobre scorso, domenica mattina, nell’appartamento di via Canestrini 145, Paolo Rao (figlio dell’ex direttore generale dell’Usl 16 Fortunato Rao) impugnò un coltello e massacrò con 53 fendenti l’ex compagna Erica Ferazza, psicologa e mamma della sua bimba. Poi tentò di suicidarsi, non prima di aver minacciato di gettare la figlioletta dalla finestra. I poliziotti entrati all’interno dell’appartamento trovarono uno scenario terrificante. La donna giaceva esanime sul divano del soggiorno con il pigiama intriso di sangue. Dalla scala a chiocciola che porta al piano mansardato spuntavano le gambe di lui. Paolo Rao stava morendo impiccato con un lenzuolo issato alla ringhiera e usato come un cappio. Aveva i polsi feriti. Sul parquet c’era il coltello da cucina insanguinato. In uno studiolo accanto al soggiorno c’era invece la figlia di tre anni e mezzo, a piedi scalzi, con il pigiamino rosa. Il pm Vartan Giacomelli ha chiesto di processare il trentenne ingegnere-assassino che è rimasto ricoverato a lungo nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Camposampiero. L’accusa di cui dovrà rispondere è di omicidio volontario aggravato.
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