Via Marcoline sotto accusa dopo lo schianto mortale

MONTEGALDA. La chiesa di Colzè straripante di ragazzi per la veglia di preghiera: amici e bambini che avevano incontrato il diciottenne Gianluca Bovo, vittima mercoledì di un incidente in moto, durante il Grest delle parrocchie di Montegalda e Montegaldella interrotto in seguito alla tragedia. “Gian” era uno di loro, diventato animatore per tre giorni, prima che la morte lo ghermisse dopo solo due settimane dal compimento della maggiore età.
Nell’attesa del nulla osta del magistrato per il funerale, in paese c’è chi accusa le inadempienze in fatto di sicurezza stradale, proprio in quella via Marcoline dove si è verificato il mortale incidente. «Questa strada», dice una residente, «dove andiamo a camminare la sera, è un pericolosissima, per via delle macchine e moto che ci sfrecciano affianco. Sappiamo di situazioni che in passato hanno rasentato la tragedia di mercoledì, ma nessuno ha mostrato la volontà d’intervenire. Adesso abbiamo pure un giovane morto, vedremo cosa faranno». Gli abitanti di via Marcoline non esitano a denunciare che, più e più volte, si sono rivolti al sindaco per avere dei dissuasori di velocità: «Abbiamo ricevuto rassicurazioni dal sindaco Riccardo Lotto, ma allora eravamo in campagna elettorale». Per il sindaco di Montegalda «in merito alle richieste dei cittadini, non vi sono gli estremi normativi per attuare misure dissuasive. Si tratta di una strada comunale secondaria ad alta frequentazione, aggiunge il primo cittadino, «soprattutto da parte di pedoni, ciclisti e sportivi attratti dal paesaggio circostante. La loro presenza può creare effetti visivi che danno l’impressione che i mezzi che vi transitano, corrano ben al di sopra dei limiti consentiti».
Antonio Gregolin
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