«Viaggio allucinante, non si vedevano i segnali luminosi»

GIORNALISTA. Margherita Boaretto lavora a Telecittà, a Padova
GIORNALISTA. Margherita Boaretto lavora a Telecittà, a Padova
 «La visibilità era pochissima, era impossibile vedere la segnaletica, anche quella luminosa. Solo dei pazzi potevano superare i 50 chilometri orari». A parlare è Margherita Boaretto, padovana, giornalista di Telecittà. Ieri mattina verso le 9 si è trovata a passare lungo la A13 nel tratto bloccato a seguito dei tamponamenti provocati dalla fitta coltre di nebbia. «Ero partita da Bologna alle 8,30 e sono arrivata in prossimità del tratto chiuso verso le 9. La carreggiata su cui viaggiavo io era aperta e il traffico scorreva anche se a passo di lumaca. La nebbia era come un muro - ricorda - sinceramente non sono nemmeno riuscita a vedere più di tanto cosa fosse successo proprio perché era impossibile staccare gli occhi dalla strada. Ogni ostacolo diventava visibile solo all'ultimo, a distanza di pochi metri. Ho visto dei camion fermi e i lampeggianti dei mezzi di soccorso. Dovendo percorrere spesso l'autostrada per venire al lavoro - sottolinea Margherita Boaretto - so che il rischio di imbattersi nella nebbia è alto. Il viaggio diventa pesante, si arriva alla meta stanchi come se si fosse viaggiato un giorno intero. Appena compaiono i banchi di foschia si annuncia per chi è al volante un incubo. Se poi succedono incidenti che costringono a chiudere l'autostrada provocando la paralisi del traffico, allora - riconosce sconsolata la ragazza - è un inferno quello che ci si trova ad affrontare». Nonostante tutto c'è chi ignora anche i più banali accorgimenti, come quello di viaggiare a velocità moderata: «C'è sempre chi non rinuncia a pigiare sull'acceleratore - conferma la giornalista - anche in condizioni di pessima visibilità. Ecco perché per quanto uno possa essere attento non si sente mai tranquillo abbastanza».

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