Vice primario di 52 anni si toglie la vita

Riccardo D’Eredità lavorava al San Bortolo di Vicenza e abitava in città in via Degli Agnusdei: i colleghi sono increduli 

Nella sua brillante carriera di otorino aveva aiutato migliaia di persone, ma evidentemente nessuno è riuscito ad aiutare lui in un momento di sconforto per motivi personali. Il medico Riccardo D’Eredità, 52 anni, ne avrebbe compiuti 53 il 28 aprile, vice primario di Otorinolaringoiatria all’ospedale San Bortolo di Vicenza, si è impiccato ieri mattina nell’androne delle scale del palazzo dove abitava, in via Degli Agnusdei 33, una palazzina signorile a due passi dall’ospedale vecchio.

L’ha trovato un residente verso le 8.20, mentre stava scendendo le scale per andare al lavoro. Sul posto è corsa un’ambulanza con i sanitari, ma non c’era più nulla da fare. Sono intervenuti i carabinieri che hanno accertato che l’uomo si è tolto la vita senza - pare - aver lasciato un biglietto con le motivazioni del suo gesto.

Sconvolti i suoi colleghi che non sanno giustificare questo gesto: non avevano percepito un suo malessere così profondo. Anzi, raccontano di un collega di buonumore nei giorni scorsi, che per di più aveva parlato di progetti futuri relativi al suo lavoro, da sviluppare nei prossimi mesi. Cosa è quindi successo in poco tempo da portarlo in un tunnel per lui senza via d’uscita?

D’Eredità abitava con la moglie e un figlio, in precedenza aveva avuto altre due relazioni. Nativo di Venezia, si era laureato a Padova con la lode nel 1991 a 26 anni, per poi specializzarsi in otorino e audiologia. Aveva poi ottenuto ulteriori specializzazioni negli Stati Uniti che ne avevamo perfezionato le capacità da tutti riconosciute. Dal 1998 era dirigente medico all’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria dell’ospedale civile berico occupandosi principalmente di chirurgia dell’orecchio, della sordità e di chirurgia Orl pediatrica e di estrazione di corpi estranei bronchiali pediatrici. Un paio d’anni fa era stato protagonista di una operazione all’avanguardia: aveva impiantato due orecchi bionici ad un paziente cinquantacinquenne rimasto sordo a seguito di una infezione a soli 3 anni. Dopo 52 anni tornò a sentire grazie a D’Eredità, una soddisfazione non da poco. Circa un anno fa l’otorino ha portato a termine un’altra operazione straordinaria: ha fatto sentire per la prima volta un bimbo ucraino di 6 anni, nato sordo. Una gioia immensa per il piccolo, nato orfano a Kiev, ma anche per il medico.

«La notizia ci ha colpito profondamente, anche perché non avevamo avuto nessuna avvisaglia, anzi il dottor D’Eredità era un medico molto impegnato e con tanti progetti per il futuro. Era anche molto apprezzato dai pazienti e dai suoi colleghi, uno specialista che si è sempre distinto per la sua competenza ma anche per la sua sensibilità, come dimostra il suo impegno verso i pazienti pediatrici. A nome di tutta l’Azienda desidero esprimere le nostre più sincere condoglianze ai suoi famigliari», dice il direttore generale dell’Usl 8 Berica, Giovanni Pavesi, già manager dell’Usl 17 di Monselice/Este.

Molti gli attestati di cordoglio giunti ieri alla moglie. Il funerale del medico non è ancora stato fissato.

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