Video a luci rosse con la prof il processo si farà a Padova

Processo azzerato a Lecce per incompetenza territoriale: il fascicolo penale aperto a carico dei due webmaster di Scuolazoo, la community in rete frequentata da migliaia di ragazzi, arriverà al...

Processo azzerato a Lecce per incompetenza territoriale: il fascicolo penale aperto a carico dei due webmaster di Scuolazoo, la community in rete frequentata da migliaia di ragazzi, arriverà al Palazzo di giustizia di Padova dove risiedono gli imputati Paolo De Nadai, 24 anni e Francesco Fusetti, 25, accusati di violazione della privacy. Il giudice leccese Roberta Maggio ha accolto le eccezioni sollevate dal difensore dei due ragazzi, l'avvocato padovano Andrea Frank, che ha vinto il primo round. Con il trasferimento a Padova del procedimento, infatti, l'iter giudiziario riparte daccapo. E la procura sarà di nuovo reinvestita del caso, dovendo decidere se chiedere (o meno) un nuovo giudizio per i due webmaster finiti nei guai giudiziari.

Il motivo? Avevano inserito nel sito Scuolazoo un video-hot di 80 secondi girato con un cellulare nella classe di un liceo salentino. Video che riprendeva la supplente di matematica Stefania Lombardo – classe 1967, residente a Monteroni in Puglia – mentre parlava in cattedra del tutto rilassata e tre studenti, piuttosto divertiti, la circondavano infilandole le mani nei pantaloni, giocherellando con il suo perizoma e palpeggiando il suo “lato B”. Lei, la prof, non ha esitato a denunciare il sito: in aula si è costituita parte civile reclamando un milione di euro di risarcimento tutelata dall’avvocato Francesca Conte. Eppure nel 2009, con l’accusa di atti sessuali su minori, aveva patteggiato due anni ottenendo la sospensione condizionale della pena. Non solo: il 20 settembre 2010 l’Ufficio scolastico regionale per la Puglia-Direzione generale aveva comunicato che, in seguito a un procedimento disciplinare, era stata adottata nei confronti della docente la sanzione dell’esclusione definitiva dall’insegnamento. Peraltro la donna si era difesa spiegando che, quel giorno, non si era subito resa conto dei ”toccamenti”, restando poi impietrita dal comportamento dei ragazzi: a suo dire aveva riferito subito l’accaduto al preside. Preside che, invece, l’aveva smentita precisando che l’insegnante non aveva comunicato nulla.

Cristina Genesin

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