«Vietare la soia non eviterà l’invasione delle cimici»

La Coldiretti respinge l’appello al sindaco di Selvazzano per limitare il fenomeno «Risolvere l’emergenza senza le inutili scorciatoie della riduzione di coltivazioni». 

SELVAZZANO

L’appello di alcuni cittadini del territorio di Selvazzano all’amministrazione comunale di “vietare” per la prossima stagione la coltivazione della soia nelle vicinanze delle abitazioni per fermare il proliferare delle cimici, secondo Coldiretti Padova, non ha nessun senso. Essendo questi insetti polifagi e quindi amano molte specie vegetali, dalla frutta agli ortaggi fino ai noccioli.



«Non è limitando una coltivazione che si supera l’emergenza» afferma Massimo Bressan, presidente provinciale di Coldiretti. «La soia è una delle tante piante dove le cimici trovano riparo sotto le foglie. Nella provincia di Padova è coltivata da decenni su una superficie di 30 mila ettari. In queste settimane di raccolta le cimici si alzano in volo e, complici le temperature ancora miti, raggiungono in massa le abitazioni alla ricerca di un riparo prima dell’inverno. Ricordo che la soia è caratterizzata da un elevato contenuto proteico e di sostanze naturali benefiche, come i fitosteroli che permettono all’organismo di assorbire una quantità inferire di colesterolo».



Molte persone in questi giorni fanno ricorso a prodotti repellenti per tenere lontano questi insetti, che potrebbero avere conseguenze per l’ambiente. «Come associazione degli agricoltori siamo fermamente contrari all’uso di insetticidi su larga scala, perché vogliamo evitare conseguenze per l’ambiente» aggiunge Bressan. «Le cimici non rappresentano un pericolo per l’uomo a solo un disagio per la puzza e per la loro invadenza. Con l’Università e la Regione abbiamo avviato la sperimentazione per individuare alcuni antagonisti naturali della cimice, specie di quella asiatica. Risolvere l’emergenza interessa a tutti e a noi agricoltori prima di altri. Senza però provocare scorciatoie di scarsa o nulla efficacia come la riduzione della coltivazione di soia».



È la cimice asiatica a creare i maggiori danni in agricoltura. Il dossier di Coldiretti Veneto sui danni provocati dall’insetto non è ancora chiuso perché le temperature calde di questo inizio autunno non permettono ai tecnici agronomici di considerare sotto controllo la situazione. Dal primo monitoraggio partito a luglio c’è stata un’escalation negativa e a farne le spese è stata in particolare la frutticoltura. Le rilevazioni sul territorio segnano perdite di produzione in media del 40% per la soia, del 30% per l’orticoltura. Le punte massime riguardano il pero con percentuali fino all’80%. Altre varietà come melo, pesco e kiwi contano perdite intorno al 35%. Un conto salato per il comparto ortofrutticolo che secondo le stime di Coldiretti si aggira intorno ai 90 milioni di euro alla produzione. La lotta in campagna per ora può avvenire solamente con le protezioni fisiche come reti anti- insetti a difesa delle piante, perché per ora non è possibile importare dalla Cina, per motivi sanitari, insetti antagonisti. —





Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova