Vigonza scelta da Vittorio Emanuele per esibire il suo esercito al kaiser

Dopo l’incontro a Venezia fra re d’Italia e imperatore d’Austria la parata con 18 mila soldati avviene ai Prati il 6 aprile del 1876 
BELLUCO-FOTOPIRAN-VIGONZA-CHIESETTA SAN GAETANO
BELLUCO-FOTOPIRAN-VIGONZA-CHIESETTA SAN GAETANO

gli ultimi secoli

La situazione si modifica solo nel Quattrocento, con l’arrivo della Serenissima, che porta in zona alcune tra le famiglie veneziane più titolate e facoltose: come i Badoer, i Donà, i Pisani, che oltre ad acquistare vaste proprietà terriere da sfruttare come centro di produzione agricola, si fanno anche costruire ville di pregio, come quella dei Badoer nella frazione di Pionca, con l’annessa chiesetta di San Gaetano.

Il territorio viene riorganizzato, e suddiviso dal punto di vista amministrativo in tre settori: Vigonza, con Peraga, Barbariga e Carpane va sotto la podesteria (l’equivalente dell’odierno municipio) di Mirano; Codiverno e Pionca sotto quella di Camposampiero; San Vito e Perarolo sotto quella di Oriago.

Bisogna aspettare Napoleone perché, nel 1800, il tutto venga riunificato dando vita al Comune di Vigonza (al quale viene associata anche Mellaredo, poi trasferita nel 1819 sotto Pianiga).

Dieci anni dopo il passaggio sotto il Regno d’Italia, Vigonza è sede di un evento memorabile: l’incontro avvenuto nella zona detta dei Prati il 6 aprile 1876 tra re Vittorio Emanuele e II e l’imperatore austriaco Francesco Giuseppe. La lunga guerra tra i due Paesi che ha segnato il Risorgimento italiano è ormai alle spalle, e le ragioni della diplomazia tornano a farsi largo: sei anni dopo, nel 1882, assieme alla Germania verrà sottoscritta la Triplice Alleanza. Nel 1873 c’è già stato un segno di distensione, con la visita di cortesia di re Vittorio a Vienna; ora il kaiser ricambia venendo in Italia. I due capi di Stato si incontrano a Venezia per la parte ufficiale. Poi si trasferiscono a Vigonza, scelta per organizzarvi una grande parata dell’ancor giovane esercito tricolore: vi prendono parte 30 battaglioni di fanteria, 12 squadroni di cavalleria, 10 batterie di artiglieria e 2 compagnie del genio, in tutto poco meno di 18 mila uomini suddivisi in tre scaglioni. I due sovrani assistono alla sfilata in sella ai loro cavalli: un sauro per l’imperatore, un morello per il re; sulle tribune appositamente allestite, numerosi principi e arciduchi; e intorno un pubblico entusiasta e numeroso al punto che ne risultano intasate le strade di accesso e sovraccarico il treno di recente istituzione sulla linea Padova-Venezia.

Le due guerre mondiali lasciano il segno, soprattutto la seconda. Nel giugno 1944 viene trucidato Enrico Zanella, cui è intitolata la piazza davanti al municipio; l’anno seguente, a maggio, nel clima di resa dei conti post-bellica vengono uccisi tre fascisti. Nel dopoguerra, Vigonza diventa uno dei centri più popolati e attivi della cintura urbana. —

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