«Villa Breda di Ponte di Brenta sarà gestita dal Comune»

PADOVA. Sarà il Comune a gestire Villa Breda a Ponte di Brenta. Dopo averlo annunciato più volte adesso ci siamo: la delibera sarà approvata dalla giunta in una delle prossime sedute, forse già oggi. È una svolta importante nella lunga e complessa storia della dimora nobiliare dove ha abitato il senatore-mecenate Vincenzo Stefano Breda (morto nel 1903) assiema alla moglie Rosa Zannini.
Mostre ed eventi
Dunque la storica villa potrà riaprire i battenti. L’assessore alla cultura Andrea Colasio, ha ottenuto la gestione dell’area almeno fino all’asta di vendita: «C’è il via libera sia da parte della Soprintendenza che della curatela fallimentare della Fondazione Breda – sottolinea l’assessore – L’asta di Villa Breda, che non coincide con quella già in atto dell’ippodromo e dell’ex hotel-ristorante Le Padovanelle, si farà negli anni futuri. Si prevede che le prime gare andranno deserte per un bel po’ di tempo".
"Quindi la gestione da parte del Comune, erede naturale di tutti i beni lasciati dal senatore Breda, dovrebbe durare almeno per tre anni. In stretta collaborazione con l’associazione “Viviamo Villa Breda” avremo la possibilità di organizzare tutta una serie di mostre e di eventi di grande spessore sia storico che culturale. Il giudice delegato ed il curatore fallimentare hanno già definito il perimetro, sia interno che esterno, entro il quale potrà essere possibile estendere la nostra competenza. In pratica si tratta delle parti interne della villa, dove ci sono l’archivio e tutti gli arredi, ed anche di una parte del parco. Esattamente nella zona esterna dove ci sono le pregiate statue realizzate dallo scultore Andrea Bonazza».
No a interessi speculativi
Sempre Colasio lancia un ennesimo grido d’allarme sul futuro della villa, costruita negli anni della Serenissima dalla famiglia Contarini, rivisitata totalmente alla fine del’800 dall’architetto Antonio Caregaro Negrin e fatta restaurare di nuovo negli anni ’90 dalla Fondazione Breda. «Come dice lo slogan coniato dall’associazione omonima, Villa Breda deve restare “bene comune”. Associazione che poi sta avendo un ruolo determinante in questa vicenda. Anche e specialmente l’amministrazione comunale si deve impegnare in prima linea affinché, in futuro, non prevalgano gli interessi speculativi di eventuali imprenditori privati. Per questo è fondamentale che la villa di Ponte di Brenta resti in mano pubblica e sia gestita dal Comune, naturalmente sempre in stretta collaborazione con l’associazione».
Lo sfratto agli abusivi
Intanto, dopo la denuncia apparsa sul mattino pochi giorni fa sul fatto che la villa era diventata una scuderia privata ed anche un pollaio, la curatela fallimentare, dopo aver effettuato un lungo e meticoloso sopralluogo, ha inviato un immediato sfratto esecutivo a tutti coloro che occupano abusivamente gli spazi del parco. Tra i primi a dover lasciare il bellissimo parco della villa anche l’imprenditore che al suo interno custodisce 14 cavalli.
«Ci fa immensamente piacere che il Comune sia intervenuto tempestivamente nella vicenda – sottolinea l’architetto Gian Franco Martinoni, esponente dell’associazione “Viviamo Villa Breda” ed ex caposettore della cultura negli anni della giunta Zanonato – La villa deve restare un bene della collettività e bisogna evitare che finisca nelle mani di qualche imprenditore senza scrupoli, trasformandosi per esempio in una location per matrimoni ed eventi». —
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