Villa Da Ponte, lo scrigno della musica

CADONEGHE. Quando, tre anni fa, Renato Elia, archeologo, muratore, impresario e cantante, si è presentato a villa Da Ponte, a Cadoneghe, era quasi certo che il suo proprietario, Livio Vergerio, l'avrebbe mandato via. Si offriva come tuttofare con un piede rotto e le stampelle. E invece Livio ha visto qualcosa in quegli occhi lucenti. Renato è entrato nella villa, vincolata dalla Sovrintendenza, ed è stato un colpo di fulmine. Come lo fu per Livio che la difese dall'assedio della speculazione commerciale e che non badò a spese per un lungo restauro a fine anni '90. Oggi sono in tanti a sognare di restituire alla villa la sua vocazione musicale. Nata come stazione romana, nel 1600 passò nelle mani della famiglia Da Ponte e, nel 1742, la signorina Morosini, in procinto di sposare uno degli eredi Da Ponte, chiese in dote una sala da musica affrescata. E fu esaudita: la sala Settecentesca, che vanta un'acustica straordinaria per strumenti ad arco e fiato, fu dipinta da Fabio Canal, papà del Canaletto e discepolo del Tiepolo. Qui ha suonato un giovanissimo Lorenzo Da Ponte, librettista di Mozart per il trittico Don Giovanni, Così fan tutte e Le nozze di Figaro. La storia della villa suona nella testa di Renato, al quale si aggiunge Franz Fabiano, navigato musicista e fonico; poi la studentessa del Dams Chiara Forestan che dedica la sua tesi a Lorenzo Da Ponte. Nasce l'associazione Whydanghi che, manco a dirlo, è ospitata gratuitamente dal signor Vergerio. Ed esplode l'altruismo. Si mettono in testa che i matrimoni non possono essere il futuro glorioso di villa Da Ponte. Si attiva un tam tam prodigioso tra falegnami, elettricisti, muratori da tutta l'Italia, amici certo, ma sempre legati dal linguaggio universale della musica. Realizzano una straordinaria sala d'incisione nella Barchessa, anch'essa con un'acustica eccellente e con un affitto calmierato dalla generosità del proprietario. Dove alcuni gruppi musicali (come il gruppo Un giorno di ordinaria follia) lasciano a disposizione di altri artisti i loro preziosi strumenti. In un anno hanno tirato su 1200 tessere di soci e un esercito di ragazzi così entusiasti da venire a lavorare gratis per piccole sistemazioni. Provengono dalla scuola di Carmelo Gaudino, assistente per musicisti ma ancor di più generoso amico di musicisti alle prime armi. Il futuro è tutt'uno con i sogni: la villa come enorme cornice musicale recuperando l'intera Barchessa e la cappella. E arriviamo ad oggi, a questa sera, quando nella sala del 700, alle 18.30, suoneranno Peter Brötzmann & Heather Leigh. Un live che costa "solo" 18 euro e che offre una delle sue date italiane (l'altra a Torino) per il sassofonista clarinettista e suonatore di tàrogatò, considerato tra i padri del free jazz europeo.
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